AFP via Getty Images
Milanmania: tante figurine ma nel mercato del Milan manca il punto esclamativo. E un vero bomber
A una settimana dall'inizio dei lavori, il mercato del Milan sta per decollare. Oggi la squadra è ancora un cantiere, la dirigenza dovrà realizzare tante operazioni, in vista di una vera e propria rivoluzione. Anche per necessità, visto che la cessione di Tonali e l'infortunio di Bennacer obbligano a ricostruire completamente il centrocampo, reparto fondamentale per il gioco. I nomi sul taccuino di Moncada sono intriganti: da Pulisic a Chukweze, passando per Musah e Reijnders. Però vista così sembra tanto la raccolta delle figurine, senza però quella più importante: l'amalgama, che non puoi comprare. Quando cambi tanto il rischio che si fatichi a trovare la quadra, purtroppo è alto. E' un tema che va affrontato e per questo, a oggi, ci sono alcune obiezioni.
La prima: manca il leader tecnico in mezzo al campo, cioè quel giocatore davvero forte che prenda per mano la squadra e la trascini alla vittoria. Manca un punto esclamativo, un rinforzo sui cui davvero non ci siano dubbi, in un mercato, almeno negli obiettivi, pieno di punti di domanda (fattore età, ambientamento, infortuni). Seconda obiezione: manca nei papabili nuovi la conoscenza del campionato italiano. Il Milan sta attingendo molto ai mercati stranieri, più vantaggiosi per i cartellini, oltre che per la possibilità di sfruttare il decreto crescita. Però la Serie A è un campionato diverso: sarebbe importante acquistare giocatori che già conoscano il nostro calcio, senza doversi ambientare (sul tema chiedere a De Ketelaere).
Altra obiezione: il numero 9. Giroud sta facendo cose grandiose, ma serve un bomber che ribalti l'attacco e tra i nomi che circolano non s'intravede nemmeno. Morata e Scamacca non sono quel tipo di rinforzo: buoni sì, ma non ti cambiano la vita. Al Milan servirebbe un centravanti da 25 gol a stagione.
La prima: manca il leader tecnico in mezzo al campo, cioè quel giocatore davvero forte che prenda per mano la squadra e la trascini alla vittoria. Manca un punto esclamativo, un rinforzo sui cui davvero non ci siano dubbi, in un mercato, almeno negli obiettivi, pieno di punti di domanda (fattore età, ambientamento, infortuni). Seconda obiezione: manca nei papabili nuovi la conoscenza del campionato italiano. Il Milan sta attingendo molto ai mercati stranieri, più vantaggiosi per i cartellini, oltre che per la possibilità di sfruttare il decreto crescita. Però la Serie A è un campionato diverso: sarebbe importante acquistare giocatori che già conoscano il nostro calcio, senza doversi ambientare (sul tema chiedere a De Ketelaere).
Altra obiezione: il numero 9. Giroud sta facendo cose grandiose, ma serve un bomber che ribalti l'attacco e tra i nomi che circolano non s'intravede nemmeno. Morata e Scamacca non sono quel tipo di rinforzo: buoni sì, ma non ti cambiano la vita. Al Milan servirebbe un centravanti da 25 gol a stagione.