Milanmania: onore a Montella, questo secondo posto non è un miracolo
Secondo a 2 punti dalla Juve dopo averla battuta a San Siro, il 22 ottobre, non ci credeva nessuno e nessuno avrebbe potuto pronosticarlo. Tantomeno dopo la terza giornata di campionato, quando pareva che le magagne fossero rimaste le solite, esattamente come la formazione. Il calcio è affascinante anche per questo, ma è improprio parlare di miracoli o di favole. L'operazione eseguita da Montella in poche settimane è invece addirittura disarmante per la sua semplicità: ha dato un'organizzazione a una squadra che non ne aveva. Ecco fatto. Basta confrontare le ultime edizioni della squadra rossonera, anche solo quella di settembre, per cogliere l'essenza: in campo ci sono giocatori che sanno dove stare e cosa fare, sia nei momenti di sofferenza che in quelli in cui prendono l'iniziativa. Gli automatismi rendono più facile il lavoro a chi ha meno talento, la corsa e l'impegno accorciano misure e distanze. Sapersi aiutare in campo è sempre stato fondamentale per elevare il rendimento.
Che il Milan non fosse e non sia una squadra tecnicamente eccelsa, caratterialmente dotata, resta un dato di fatto, ma che oggi sappia esprimersi al massimo delle sue possibilità - poche o tante che siano - è altrettanto inoppugnabile. Il rigenerato Paletta, sul quale non avremmo scommesso un ghello, regala sicurezza ai compagni della difesa aiutando Romagnoli in particolare e De Sciglio in una crescita auspicata per quanto frenata fino a poco tempo fa. Locatelli ha tutto del giovane talento: sana veste acerba coperta da sana incoscienza e sanissima personalità, diventando eroe in una notte vissuta da comprimario. Come Suso che l'ha innescato in una partita in cui gli erano riuscite poche cose. Niang, cocciuto, ha picconato il muro bianconero tentando di aprire varchi sorretto dalle incursioni di Bonaventura, Kucka si vede poco eppure lavora moltissimo nell'oscurità. Donnarumma ha il piglio del veterano e sembra vestire questa maglia da un decennio.
Autunno 2016. La macchina funziona, finalmente, con quegli stessi ingranaggi che la ingolfavano e con quello stesso motore che tossiva. Ora chi sale a bordo ci crede, ora chi partecipa lotta con grinta, umiltà, determinazione. L'arbitro? Ha inciso. Più di lui ha inciso tutto il resto. Il secondo posto? La mediocrità altrui non è colpa del Milan. Durerà? Il limite è la panchina, da dove peraltro nasce il segreto di questo autunno sorprendente: la semplicità, appunto. Firmata Vincenzo Montella.
@lucaserafini4
Che il Milan non fosse e non sia una squadra tecnicamente eccelsa, caratterialmente dotata, resta un dato di fatto, ma che oggi sappia esprimersi al massimo delle sue possibilità - poche o tante che siano - è altrettanto inoppugnabile. Il rigenerato Paletta, sul quale non avremmo scommesso un ghello, regala sicurezza ai compagni della difesa aiutando Romagnoli in particolare e De Sciglio in una crescita auspicata per quanto frenata fino a poco tempo fa. Locatelli ha tutto del giovane talento: sana veste acerba coperta da sana incoscienza e sanissima personalità, diventando eroe in una notte vissuta da comprimario. Come Suso che l'ha innescato in una partita in cui gli erano riuscite poche cose. Niang, cocciuto, ha picconato il muro bianconero tentando di aprire varchi sorretto dalle incursioni di Bonaventura, Kucka si vede poco eppure lavora moltissimo nell'oscurità. Donnarumma ha il piglio del veterano e sembra vestire questa maglia da un decennio.
Autunno 2016. La macchina funziona, finalmente, con quegli stessi ingranaggi che la ingolfavano e con quello stesso motore che tossiva. Ora chi sale a bordo ci crede, ora chi partecipa lotta con grinta, umiltà, determinazione. L'arbitro? Ha inciso. Più di lui ha inciso tutto il resto. Il secondo posto? La mediocrità altrui non è colpa del Milan. Durerà? Il limite è la panchina, da dove peraltro nasce il segreto di questo autunno sorprendente: la semplicità, appunto. Firmata Vincenzo Montella.
@lucaserafini4