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Ecco perché il Milan ha battuto la Juve
Sull'esito finale della sfida di San Siro pesano la sballata decisione dell'arbitro Rizzoli di annullare un gol regolarissimo di Pjanic, nel primo tempo, e la parata di Donnarumma al 51' della ripresa su tiro di Khedira. Ma mentre la seconda va ascritta alla legittima bravura del portiere milanista, sulla prima c'è tutta la responsabiliutà di un arbitro sopravvalutato e mediocre.
Riviviamo l’episodio. 34' del primo tempo. Calcio di punizione diretto a favore della Juve. Lo batte Pjanic che lo indirizza sul palo alla sinistra di Donnarumma. Prima che si insacchi, sulla parabola, interviene Bonucci che non tocca la palla. L'avesse anche solo sfiorata il gol sarebbe stato regolare comunque, perché il difensore juventino è in posizione regolare. Diversamente da Benatia che si muove in fuorigioco, ma non partecipa all'azione.
Il pasticcio non lo provoca l'assistente Cariolato, che tiene la bandierina abbassata e va verso il centro del campo, ma lo stesso Rizzoli dopo aver convalidato il gol. L'arbitro, prima raggiunge il gruppetto di milanisti in protesta verso il guardalinee e poi, con un eccesso di zelo assolutamente fuori luogo, comincia a porre domande all'assistente e all'arbitro di porta, Massa. Cosa si dicano è un mistero. Quello che partoriscono è un ripensamento che incide sulla gara. Gol annullato e partita che ricomincia dallo 0-0.
Sostenere che la Juve abbia perso per colpa di Rizzoli sarebbe pretestuoso e falso. Resta il fatto di un grave errore che ha aiutato il Milan almeno quanto le decisioni dell'arbitro nella vittoriosa partita con il Sassuolo (rigore non dato agli emiliani e rigore inventato a favore dei milanisti). Nel calcio, però, va anche così e non credo che ci sia da gridare allo scandalo e al complotto. Il Milan, infatti, è una società in via di cessione, Berlusconi ne è virtualmente fuori, Galliani sta garantendo l'ordinaria amministrazioine, i nuovi cinesi non sono conosciuti da nessuno. Impossibile dire che dietro ci sia qualcosa. A parte Rizzoli che, già domenica scorsa, da addizionale, aveva visto un rigore inesistente pro-Inter.
A decidere la partita, poco prima di metà ripresa, è stato Manuel Locatelli, il diciottenne che già avevamo ammirato con il Sassuolo. Il suo gol non è solo frutto di abilità balistica (tiro all'incrocio), ma anche di coraggio (suo) e spazio (ragalato dai difensori bianconeri). Nessuno, infatti, esce dalle proprie posizioni per andare a contrastarlo. Davanti a lui c'era Alex Sandro, molto stanco dopo Lione, ma, a mio giudizio, chi avrebbe dovuto contrastarlo sarebbe dovuto essere Pjanic che, invece, è rimasto a guardia di Abate, che non partecipava all'azione.
Non è stata una bella partita. Sia perché la Juve, reduce dalla Champions, aveva poca birra in corpo, sia perché, poco dopo la mezz'ora, è uscito Dybala, infortunato, e il confronto ha perso uno dei suoi protagonisti. Milan molto attento difensivamente, ma poco pericoloso nelle conclusoni, due in tutto: il gol di Locatelli e, nel primo tempo, un diagonale di Suso deviato da Buffon. Di diverso dalla Juve, il Milan ha avuto la compattezza, molta attenzione nelle palle "sporche", una migliore condizione fisica (i rossoneri non hanno le coppe). Un paio di dati: il Milan non batteva la Juve dal 2012 e la Juve ha scoperto il tabù San Siro. Con questa sconfitta, le trasferte a Milano, sono finite.