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    Milanmania: c'è un problema coi cambi

    Milanmania: c'è un problema coi cambi

    Con la Fiorentina all'esordio in campionato, le prime avvisaglie con la strana scelta di piazzare l'acerbo Rodrigo Ely al fianco dell'altrettanto giovane Romagnoli, nel derby perso contro l'Inter la scelta di insistere per quasi 80' sull'impalpabile Honda e sostituire Balotelli col più incisivo Bacca rispetto a Luiz Adriano. Ieri a Udine, con la squadra avanti di tre gol, la decisione di togliere il più che positivo Calabria per fare entrare Alex mandando all'aria i fragili meccanismi difensivi del Milan e favorendo la rimonta dei friulani.

    QUANTI ERRORI - Se tre indizi fanno una prova, oltre ai tanti giocatori arrivati dall'ultima campagna acquisti e a quelli che si stanno confrontando con schemi e metodi di allenamento diversi, si può considerare in fase di rodaggio anche l'allenatore rossonero Sinisa Mihajlovic. La gestione delle sostituzioni e la lettura delle partite nelle prime 5 giornate di campionato non hanno convinto del tutto e rischiano di rappresentare un problema in vista del prosieguo della stagione. Il Milan si aspetta tanto dal tecnico serbo, ma non vorrebbe che la forte personalità e il piglio da sergente di ferro che lo contraddistinguono finissero per prendere il sopravvento sull'aspetto più importante, quello tecnico.

    IL PUGNO DI FERRO NON BASTA - Seppur gravemente incompleto, l'ultimo mercato ha comunque consegnato a Mihajlovic una rosa più competitiva di quella gestita da Seedorf e lo scorso anno da Inzaghi e le aspettative del club sono alte, cioè tornare in Champions League dalla prossima stagione attraverso il raggiungimento di uno dei primi tre posti in campionato. Per farlo, c'è bisogno di una sapiente gestione degli uomini a disposizione, sopratutto a gara in corso. In questo avvio di stagione, lo stesso Mihajlovic ha dato la sensazione di andare un po' in confusione nei momenti di maggiore difficoltà della squadra, come dimostra l'inserimento con l'Udinese di un giocatore come Alex ormai ai margini del progetto, un ingresso che stava per rivelarsi fortemente deleterio. Per ritrovare compattezza e continuità, c'è bisogno dunque del miglior Milan, ma anche del miglior Mihajlovic: cattivo, concentrato, sul pezzo per 90 minuti e oltre. Non solo a parole.
     
     

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