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Milanmania: Inzaghi, fine della corsa. A giugno Spalletti e un mercato all'altezza
Sta diventando piuttosto noioso e stucchevole ritrovarsi ogni settimana a scrivere le stesse cose da un po' di tempo a questa parte, ma la caduta inarrestabile nel Milan verso una classifica sempre più preoccupante e una mediocrità ormai conclamata non conoscono ostacoli. Secondo un copione che era facile prevedere già la scorsa estate, quando la società decise di affidare la panchina del ribelle Seedorf al più aziendalista Inzaghi, nel primo reale momento di crisi di questa stagione la caccia al responsabile è terminata prima ancora di iniziare, con l'ex numero 9 rossonero finito sulla graticola. E a poco può servire la smentita di facciata di questa mattina di Silvio Berlusconi rispetto al duro attacco alla squadra e all'allenatore affidate alla nota Ansa di ieri sera.
INZAGHI, TEMPO SCADUTO - Purtroppo tutto sta andando come anche noi ci eravamo permessi di far rilevare in più di un'occasione, ovvero che con una rosa imbottita di mezzi giocatori dal punto di vista tecnico e prima ancora caratteriale, era impensabile di tornare a recitare un ruolo da protagonisti in campionato. I soliti acquisti (quasi tutti a costo zero) più di nome che di sostanza che non hanno risolto i problemi strutturali di una squadra povera di qualità in difesa e a centrocampo hanno finito per esporre il debuttante Inzaghi a una serie di figuracce alle quali nemmeno lui ha saputo porre rimedio, dimostrando in particolare l'incapacità di dare un gioco e un'anima ai suoi e di imporsi con autorevolezza all'interno dello spogliatoio. Il tempo per lui è agli sgoccioli, come fanno intendere i primi barlumi di campagna stampa avversa dopo averlo accompagnato sin qui con lodi sperticate, più per compiacere i vertici di via Aldo Rossi che amore della verità.
ORA TOCCA A BERLUSCONI - Una persona, una soltanto, ha il potere di sovvertire il destino di Inzaghi, diventato improvvisamente ostile nel corso di poche settimane: si chiama Silvio Berlusconi, che una volta immetteva capitali e intuizioni geniali che hanno cambiato il Milan e il mondo del calcio e che oggi si crogiola su un passato glorioso che con queste premesse non potrà mai tornare. 2-3 operazioni di mercato importanti subito per infondere nuovo entusiasmo all'ambiente e arricchire il parco giocatori dal punto di vista qualitativo e iniziare a impostare un drastico cambio di rotta dalla prossima estate. Via Inzaghi e dentro un allenatore di prim'ordine (Spalletti?) in grado di riportare una mentalità da grande squadra e un gioco degno del Milan; un mercato finalmente calibrato in base alle reali necessità tecniche e su indicazioni dell'allenatore; l'allestimento di un'area scouting alla pari con le grandi realtà europee e il miglioramento di un settore giovanile che torni davvero a produrre ragazzi di valore per la prima squadra. Senza sconti per niente e nessuno, che si tratti di giocatori, allenatori o amministratori delegati. Utopia, direte voi, eppure alternative non ce ne sono: Berlusconi, a lei la scelta.
INZAGHI, TEMPO SCADUTO - Purtroppo tutto sta andando come anche noi ci eravamo permessi di far rilevare in più di un'occasione, ovvero che con una rosa imbottita di mezzi giocatori dal punto di vista tecnico e prima ancora caratteriale, era impensabile di tornare a recitare un ruolo da protagonisti in campionato. I soliti acquisti (quasi tutti a costo zero) più di nome che di sostanza che non hanno risolto i problemi strutturali di una squadra povera di qualità in difesa e a centrocampo hanno finito per esporre il debuttante Inzaghi a una serie di figuracce alle quali nemmeno lui ha saputo porre rimedio, dimostrando in particolare l'incapacità di dare un gioco e un'anima ai suoi e di imporsi con autorevolezza all'interno dello spogliatoio. Il tempo per lui è agli sgoccioli, come fanno intendere i primi barlumi di campagna stampa avversa dopo averlo accompagnato sin qui con lodi sperticate, più per compiacere i vertici di via Aldo Rossi che amore della verità.
ORA TOCCA A BERLUSCONI - Una persona, una soltanto, ha il potere di sovvertire il destino di Inzaghi, diventato improvvisamente ostile nel corso di poche settimane: si chiama Silvio Berlusconi, che una volta immetteva capitali e intuizioni geniali che hanno cambiato il Milan e il mondo del calcio e che oggi si crogiola su un passato glorioso che con queste premesse non potrà mai tornare. 2-3 operazioni di mercato importanti subito per infondere nuovo entusiasmo all'ambiente e arricchire il parco giocatori dal punto di vista qualitativo e iniziare a impostare un drastico cambio di rotta dalla prossima estate. Via Inzaghi e dentro un allenatore di prim'ordine (Spalletti?) in grado di riportare una mentalità da grande squadra e un gioco degno del Milan; un mercato finalmente calibrato in base alle reali necessità tecniche e su indicazioni dell'allenatore; l'allestimento di un'area scouting alla pari con le grandi realtà europee e il miglioramento di un settore giovanile che torni davvero a produrre ragazzi di valore per la prima squadra. Senza sconti per niente e nessuno, che si tratti di giocatori, allenatori o amministratori delegati. Utopia, direte voi, eppure alternative non ce ne sono: Berlusconi, a lei la scelta.