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    Milanmania: il solo Ibra non basta a curare un attacco malato. Pioli, è ora di inventarsi qualcosa

    Milanmania: il solo Ibra non basta a curare un attacco malato. Pioli, è ora di inventarsi qualcosa

    • Carlo Pellegatti
    Il tifoso del Milan viene solo dopo Giobbe. Sì, il personaggio biblico diventato come uno degli uomini più pazienti della storia, famoso per aver sopportato i mille travagli che la vita gli ha purtroppo riservato. I numeri di questa tremenda stagione ’19-’20 sono orribili, soprattutto se si considerano le partite giocate a San Siro. Il Milan, con i miseri 22 punti, occupa la posizione numero 12 della classifica, al quart’ultimo posto nel numero dei gol segnati. Sono 16 in 18 partite. L’Atalanta ha un numero di marcature tre volte superiore. Nelle ultime tre partite zero i gol realizzati, 3 negli ultimi quattro incontri. A San Siro, i rossoneri hanno vinto solo due volte contro le ultime della classifica, Spal e Brescia. Ultimo successo il 31 ottobre, grazie al gol su punizione di Suso.

    Cifre terrificanti che la partita contro la Sampdoria non ha certo incrementato. Lungo possesso palla, occasioni molto potenziali, ma Audero non ha effettuato parate decisive, mentre, paradossalmente, senza tema di smentite, il migliore in campo è risultato ancora una volta l’unico vero grande fuoriclasse, lui, Gigio Donnarumma. Poco infatti ha potuto incidere Zlatan Ibrahimovic, che deve migliorare la sua condizione fisica e l’affiatamento con i compagni. Comunque la sua presenza è stata già importante perché risulta già un punto di riferimento fondamentale e indispensabile alla manovra milanista.

    Ora serve un colpo di teatro, anzi un colpo di... Pioli. Contro i blucerchiati, il tecnico rossonero ha cambiato schema, un 4-2-3-1, con Bonaventura dietro le punte, affiancato da Calhanoglu, ma poco, pochissimo è cambiato. Jack di Cuori non ha giocato bene, Suso ha confermato il suo scarso stato di forma. Insufficiente anche la prestazione di Krunic, alterno il regista Bennacer. Serve una sterzata tattica e di uomini, anche se purtroppo gli assenti, in questo Milan, hanno sempre ragione.

    Così comunque non si può andare avanti, perché lo spettacolo e il divertimento sono parole ormai quasi dimenticate dai pazienti tifosi, discendenti di Giobbe. Una scelta coraggiosa potrebbe essere quella di affiancare Leao, autore di una prova viva, a Zlatan Ibrahimovic, sperando che le occasioni potenziali si trasformino finalmente in reti effettive. Questo Milan sembra più difficile da comporre che il cubo Rubic. Una impresa per qualsiasi allenatore, ma, più che mutare l’ordine dei colori, bisogna cambiare proprio i colori, soprattutto nel tentativo di migliorare la fase offensiva totalmente insufficiente. Il mercato di gennaio, nel caso di acquisizione del solo Todibo, aiuterebbe ben poco Stefano Pioli. Perché possa lasciare un segno rilevante nella sua stagione rossonera, l’allenatore del Milan deve inventarsi subito qualcosa di significativo per il presente e per il futuro. Per non chiudere appena al di sopra della quota salvezza e dover ricominciare ancora una volta da capo. Fra sei mesi!    

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