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    Milanmania: è colpa di Gattuso? Fategli un mercato da Champions

    Milanmania: è colpa di Gattuso? Fategli un mercato da Champions

    • Carlo Pellegatti
    Dopo venti anni, ancora Lazio... e Inter e magari Atalanta! Insomma, nella stagione ’98-’99, il duello con le aquile biancazzurre ha significato uno dei momenti più intensi della recente storia rossonera, anche se il traguardo era ben più gratificante, lo Scudetto. Oggi, invece, per il Milan la squadra biancazzurra rappresenta un doppio ostacolo per conquistare la finale di Coppa Italia e per qualificarsi a quella benedetta Champions League, dove ambiscono a un posto anche la squadra di Spalletti, nervosa e attesa da un calendario terribile, e i bergamaschi, sempre vivi e ben allenati. Attenzione, però, un ritorno in Champions, non con lo scopo solo di partecipare, ma anche di onorare la storia e il blasone.

    Veniamo al momento del Milan. Ancora una volta, i Ragazzi di Gattuso, quarti a due punti dal terzo, è bene ricordarlo ai disfattisti, ai divisionisti e agli scettici, hanno mancato quel salto di qualità nel momento decisivo della stagione. I motivi? Tanti. Innanzitutto dobbiamo dare merito all’allenatore che, nonostante anch’io invocassi qualche cambiamento negli uomini, aveva sempre schierato, ben conscio dei pregi e difetti dei suoi, la stessa formazione, che aveva mostrato delle crepe anche profonde, ma era sempre riuscita a portare a casa il risultato. Oggi coloro che accusano Gattuso di aver lasciato fuori Paquetà, a Genova, di aver cambiato la posizione di Bakayoko, incredibilmente più efficace da giocatore centrale, sono gli stessi che avevano invocato la panchina per il brasiliano, totalmente insufficiente nel primo tempo contro l’Inter e a Verona, e avevano consigliato l’inserimento di Biglia, con lo spostamento di Baka a sinistra. I più critici nei confronti di Kessiè si sono resi conto che, in questa fase storica del Milan, Franck è giocatore fondamentale e insostituibile. Un altro aspetto emerso chiaro a Marassi riguarda Castillejo, molto più efficace quando subentra dalla panchina, ma soprattutto deve giocare a destra, e solo a destra, dove Suso, certo non devastante, ha dato finalmente qualche segnale significativo, dopo un lungo periodo di difficoltà.

    Sul banco degli imputati anche proprio Gattuso, per molti non ancora preparato a guidare una squadra importante, non per mancanze sul piano della intensità del lavoro e della gestione del gruppo, ma magari su quello delle strategie soprattutto affrontando allenatori più navigati. Con Mourinho, candidato si dice a un clamoroso ritorno all’Inter, con Conte, attirato ancora dalle sirene bianconere, non mi appare comunque chiaro chi possa subentrare al tecnico calabrese, garantendo un netto miglioramento delle prestazioni e dei risultati, se non accompagnato da massicci interventi per rendere più qualitativa la rosa. Il mio giudizio sul suo operato, suffragato o smentito dal risultato finale, rimane ancora ampiamente positivo. Con un gruppo di 14 o 15 giocatori, fra i quali solo quattro e cinque le eccellenze, dopo poi una terribile sequela di infortuni, lo scorso autunno, il quarto posto attuale mi sembra un grande risultato, anche se, lo devo ammettere, il cammino in Europa e l’esito delle sfide contro le grandi, risulta negativo. Colpa di Gattuso o della rosa? A voi il commento.

    Chiudo con un accenno alla sfortuna. Subire un gol dopo tre minuti nel derby, con un salvataggio interista all’ultimo secondo del match, ritornare in campo, dopo due settimane travagliate, prendendo un gol dopo 40 secondi, beh, avrebbe condizionato la prestazione di qualsiasi squadra. Serve una reazione, in un ambiente propositivo, unito e positivo. A fine campionato, ogni decisione e ogni polemica. Oggi solo affetto per il Milan!

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