Inter via Getty Images
Milanmania: Boateng non serve a nulla
La vittoria di Frosinone e tutte le belle indicazioni sulla ritrovata vena offensiva di Bacca, la consueta solidità di Bonaventura e persino i segnali di risveglio di Honda dovrebbero accompagnarci in questo appuntamento prenatalizio con uno spirito di ritrovato ottimismo. Ma guardando al 2016 che ci aspetta, a partire da una sessione di mercato che per il Milan sarà fondamentale non sbagliare per coltivare concretamente il sogno di riavvicinare la zona europea, è sempre forte il timore che i soliti errori vengano ripetuti e che la società non riesca (voglia) fare davvero tutti gli sforzi necessari per agevolare la missione di Mihajlovic.
IL GINOCCHIO PREOCCUPA - L'esempio emblatico è l'operazione nostalgia Boateng, ufficializzata ieri da Adriano Galliani. Un affare che, per il momento, può considerarsi tale soltanto dal punto di vista economico, considerando che il centrocampista ghanese era stato ceduto per 10 milioni di euro nell'estate allo Schalke 04 e ritorna due anni e mezzo dopo da svincolato. Lasciando da parte qualsiasi considerazione sull'impatto che hanno avuto anche nel recente passato i giocatori chiamati a rivestire la maglia del Milan dopo una precedente esperienza, le perplessità che riguardano il calciatore sono diverse e non di poco conto. Per esempio, che Boateng dovremo aspettarci dal punto di vista atletico? Dalle cronache degli allenamenti di Milanello è sempre trapelato ben poco, ma in Germania si è sempre parlato di un giocatore fortemente condizionato da un ginocchio che lo ha tormentato senza soluzione di continuità.
Poi c'è l'aspetto principale, legato alla complicatissima collocazione tattica di un giocatore da sempre fiero rappresentante dell'anarchia allo stato puro. Come nella peggiore tradizione recente rossonera, il suo ingaggio è stato approvato senza tenere conto delle esigenze reali della squadra e soprattutto dell'allenatore, chiamato a trovare un posto nell'undici titolare ad un giocatore fortemente rivoluto da Berlusconi. Nel Milan odierno, disposto col 4-4-2, Boateng non ha ragione di esistere. Da attaccante, ruolo in cui è stato provato in amichevole, non funziona perchè poco abituato a giocare spalle a porta e bisogno com'è di spazi per sprigionare la propria esuberanza atletica. Centrocampista di fascia non lo è mai stato in carriera ed è difficile ipotizzarlo persino come uno dei due centrali al fianco di Bertolacci o Montolivo. Nella sua prima esperienza al Milan, Allegri lo ha sempre e soltanto utilizzato da mezzala, come trequartista anomalo alle spalle di due attaccanti o come interno in una mediana a tre; questo significa che dobbiamo attenderci un nuovo cambio di modulo da parte di Mihajlovic pur di far coesistere i tanti giocatori offensivi a disposizione (Bacca, Luiz Adriano, Niang, Balotelli, Cerci, Honda e Menez)? Proprio ora che il serbo ha trovato un equilibrio, il mercato rimette ancora tutto in discussione, come se si trattasse del copione di un'opera del teatro dell'assurdo. Cose paradossali, cose da Milan...
Andrea Distaso
IL GINOCCHIO PREOCCUPA - L'esempio emblatico è l'operazione nostalgia Boateng, ufficializzata ieri da Adriano Galliani. Un affare che, per il momento, può considerarsi tale soltanto dal punto di vista economico, considerando che il centrocampista ghanese era stato ceduto per 10 milioni di euro nell'estate allo Schalke 04 e ritorna due anni e mezzo dopo da svincolato. Lasciando da parte qualsiasi considerazione sull'impatto che hanno avuto anche nel recente passato i giocatori chiamati a rivestire la maglia del Milan dopo una precedente esperienza, le perplessità che riguardano il calciatore sono diverse e non di poco conto. Per esempio, che Boateng dovremo aspettarci dal punto di vista atletico? Dalle cronache degli allenamenti di Milanello è sempre trapelato ben poco, ma in Germania si è sempre parlato di un giocatore fortemente condizionato da un ginocchio che lo ha tormentato senza soluzione di continuità.
Poi c'è l'aspetto principale, legato alla complicatissima collocazione tattica di un giocatore da sempre fiero rappresentante dell'anarchia allo stato puro. Come nella peggiore tradizione recente rossonera, il suo ingaggio è stato approvato senza tenere conto delle esigenze reali della squadra e soprattutto dell'allenatore, chiamato a trovare un posto nell'undici titolare ad un giocatore fortemente rivoluto da Berlusconi. Nel Milan odierno, disposto col 4-4-2, Boateng non ha ragione di esistere. Da attaccante, ruolo in cui è stato provato in amichevole, non funziona perchè poco abituato a giocare spalle a porta e bisogno com'è di spazi per sprigionare la propria esuberanza atletica. Centrocampista di fascia non lo è mai stato in carriera ed è difficile ipotizzarlo persino come uno dei due centrali al fianco di Bertolacci o Montolivo. Nella sua prima esperienza al Milan, Allegri lo ha sempre e soltanto utilizzato da mezzala, come trequartista anomalo alle spalle di due attaccanti o come interno in una mediana a tre; questo significa che dobbiamo attenderci un nuovo cambio di modulo da parte di Mihajlovic pur di far coesistere i tanti giocatori offensivi a disposizione (Bacca, Luiz Adriano, Niang, Balotelli, Cerci, Honda e Menez)? Proprio ora che il serbo ha trovato un equilibrio, il mercato rimette ancora tutto in discussione, come se si trattasse del copione di un'opera del teatro dell'assurdo. Cose paradossali, cose da Milan...
Andrea Distaso