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Milan: il gioco latita ancora, ma ecco dove si vede la mano di Mihajlovic
CARATTERE - Nelle ultime settimane e anche ieri nella conferenza della vigilia i giocatori del Milan erano stati ampiamente criticati per aver mostrato poco carattere e poca personalità finora in campionato, la risposta di oggi è stata perentoria: se i rossonei sono riusciti a ribaltare l'iniziale vantaggio di Daniel Ciofani si deve principalmente alla grinta del gruppo che non si scompone e di alcuni singoli che trascinano i compagni; nel primo tempo Abate e Honda su tutti si prendono grandi responsabilità mentre nella ripresa, dopo un confronto tra giocatori, tecnico e Galliani all'intervallo negli spogliatoi, si aggiungono anche Bonaventura e Bertolacci. Oggi per la prima volta in questa stagione si è visto il carattere tipico delle squadre di Mihajlovic e il segnale lanciato è forte e chiaro: il gruppo sa tirare fuori gli artigli, è unito e compatto attorno al suo allenatore, del quale sta assimilando dettami tattici e psicologici.
ORA IL GIOCO - Mihajlovic aveva dichiarato di dover lavorare sulla testa dei giocatori, con oggi si può dire missione compiuta ma non è tutto oro quel che luccica: resta da rivedere il gioco del Milan, ancora latitante. I rossoneri concedono un tempo di serenità al Frosinone rendendosi pericoloso solo con una doppia occasione ravvicinata Niang-Bacca, ma per il resto il possesso palla (superiore al 75% per lunghi tratti) risulta sterile e senza sbocchi offensivi. Nella ripresa si vede qualcosa di più, grazie soprattutto alla verve della coppia Abate-Honda e alla crescita di Bonaventura e Bertolacci ma la manovra non è ancora all'altezza delle aspettative di Berlusconi e dei tifosi, che vogliono un Milan più efficace. Mihajlovic ha comunque blindato la panchina fino al prossimo anno, avrà tempo per lavorare anche su questo aspetto e può andare al Natale un po' più sereno: lo spogliatoio è con lui e il suo lavoro dà i primi frutti.
Federico Albrizio
@Albri_Fede90