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    Milanmania: al Milan serve un vero numero 9. Elliott lo capisca o il salto di qualità non arriverà mai

    Milanmania: al Milan serve un vero numero 9. Elliott lo capisca o il salto di qualità non arriverà mai

    • Andrea Longoni
    Il pari con la Juve lascia amarezza in casa Milan. Se da un lato il bicchiere mezzo pieno può essere il distacco inalterato sui bianconeri, che restano a meno 7 in classifica, dall'altro c'è la convinzione che contro una Juve così modesta si potesse fare molto di più. Questo risultato, combinato con la sconfitta contro lo Spezia, probabilmente segna la parole fine delle speranze scudetto. Soltanto una vittoria nel derby potrebbe riaccendere una fiammella.

    Rimane la sensazione di troppa impotenza là davanti. La squadra di Pioli ha creato troppo poco. Il numero 9 è un problema. Ibra con una rete ogni 113 minuti in campionato ha un'ottima media, ma non può essere più il titolare del Milan. 40 anni, poca costanza di impiego per via degli infortuni e, ultimamente, troppo fuori dal gioco.

    In un Milan che si rispetti anche Giroud non può essere l'attaccante di riferimento, ma una buona riserva. Incomprensibile la sponda per nessuno sul cross di Calabria, invece di provare a girare a rete. A oggi è una grande delusione.

    La scommessa Pellegri è fallita.

    A Pioli serve come il pane un numero 9 forte. Nella classifica cannonieri per trovare un giocatore rossonero, bisogna scendere fino all'undicesimo posto con le 8 reti di Ibra.

    Non esiste che le prime punte di squadre come Fiorentina, Sassuolo e Udinese giocherebbero titolari in questo Milan, oltre a quelle di Lazio, Inter, Roma e Atalanta. Questa è la fotografia di un problema enorme: la speranza è che Elliott lo capisca e che il Club intervenga in estate con una certezza alla Vlahovic.

     

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