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Milan-Juve, davvero un brutto spettacolo. Allegri gioca per il pari. Pioli, il derby è l'ultima chiamata
Milan-Juve è stato un brutto spettacolo. Gli uomini di Pioli hanno fatto qualcosa di più a livello di conduzione della manovra e di tiri in porta, ma dire che avrebbero meritato di vincere sarebbe esagerato. La Juve, invece, come previsto si è schierata con un compattissimo 4-4-2 (assente De Ligt per una gastroenterite), almeno otto uomini dietro la linea della palla e qualche ripartenza per provare a far male. Sinceramente non si capisce se Allegri non possa fare di più e di meglio o se alla fine volesse questa prestazione e questo risultato. Non che alla Juve il pari serva moltissimo, anche se adesso è solo ad un punto dal quarto posto occupato dall’Atalanta che sabato, senza dieci titolari e senza nessun attaccante, ha pareggiato a Roma in casa di una Lazio che solo Sarri ha visto tatticamente progredita.
Tuttavia l’Atalanta ha una partita in meno (quella non disputata per il mancato arrivo, causa Covid, del Torino) e, dunque, potenzialmente i punti di vantaggi dei bergamaschi sarebbero quattro. Allegri, però, sa essere formichina. E, come non spreca idee ed energie per vincere le partite, si può essere accontentato del punto a San Siro. L’allenatore va capito. Con un centravanti come Morata, nullo anche ieri sera, meglio il pareggio (senza un tiro in porta) che niente. Certo, se questa è la Juve che deve portar via il posto in Champions League all’Atalanta (dalla quale è stata battuta in casa all’andata) non c’è da farsi alcuna illusione. Anzi la prestazione complessiva ha dimostrato che aveva ragione chi - come me - non credeva ai progressi della Juve delle ultime settimane. Ad agevolarla erano state le circostanze o gli avversari troppo teneri.
Infatti, per quel poco che si è visto, la partita l’ha fatta il Milan, anche se a cominciarla meglio è stata la Juve, aggressiva e spigliata soprattutto in Cuadrado, l’uomo che, alla pari di Theo Hernandez, suo dirimpettaio in fascia, ha giocato più palloni nel primo tempo (nel secondo il milanista ha continuato, mentre Cuadrado arrancava). Proprio da un calcio d’angolo del colombiano è venuto, all’inizio, un pericolo che Maignan ha sventato a mano aperta. Unico vero intervento, ancorché da palla inattiva, del portiere francese. Sempre Cuadrado ha provato (12’) di sinistro (fuori) poi è cresciuto Leao e per la Juve le iniziative sono calate fino a scomparire del tutto per un tempo e mezzo. Il portoghese, straordinariamente veloce anche palla al piede, ha fatto penare la difesa bianconera soprattutto sul fronte sinistro, dove De Sciglio ha avuto spesso bisogno dei raddoppi di marcatura dei compagni, fossero Rugani (bravissimo in assoluto), Chiellini (idem) o Locatelli (stanco, ammonito e poco utile in fase di impostazione). Non poteva essere che di Leao il tiro in porta più pericoloso dell’intera partita, scagliato dopo una combinazione Messias-Ibrahimovic. Lo svedese è stato lesto, Leao lo ha assecondato, ma Szczesny ha respinto con bravura. Poi (27’) si è infortunato Ibrahimovic (probabile problema ad un tendine) ed è entrato Giroud (poco e male). Così le conclusioni vere sono arrivate da Calabria (due volte nel giro di due minuti) con pallone a lato di pochissimo.
Pioli ha cercato di vincerla più di Allegri. Perciò al 60’ ha tolto Brahim Diaz (anche malandato) e Messias per inserire Bennacer e Saelemekers, vivo, fresco e di un altro passo rispetto Alex Sandro. E pure di De Sciglio dalla cui parte è andato a cercare spazio e gloria (tiro alto dopo un tunnel). Il più intraprendente però è stato Theo Hernandez (cui né Cuadrado, né McKennie, né alla fine Bernardeschi hanno saputo creare opposizione) che ha provato sia con le sue sgroppate, sia con i tiri da lontano. Szczesny, però, non si è fatto mai sorprendere. Meno che mai nell’unico colpo di testa di Giroud (centrale). Allegri, intanto, sempre più in odore di pareggio, ha tolto Locatelli per Arthur e Cuadrado per Bernardeschi (65’). Solo nove minuti dopo (74’) Kean ha sostituito un Morata spento come una candela consunta.
Prima di chiudere con i cambi bianconeri tipici della perdita di tempo (Rabiot per Bentancur e Kulusevski per Dybala al 90’), Pioli ha provato con Rebic per Leao e Florenzi per Calabria (75’). Ma la partita piatta come un marciapiede non ha prodotto svolte. E Allegri, mai battuto da Pioli in panchina, ha avuto quel che probabilmente cercava. Un ultimo appunto: l’arbitro Di Bello, pur non essendo un fenomeno, ha diretto senza retropensieri. Forse è stato un po’ casalingo all’inizio, ma nessuno può seriamente lamentarsi dei suoi fischi.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Milan-Juventus (primo tempo 0-0 )
Marcatori:
Milan: Maignan, Calabria (dal 30' st Florenzi), Kalulu, Romagnoli, Theo, Tonali, Krunic, Messias (dal 15' st Bennacer), Brahim Diaz (dal 15' st Bennacer), Leao (dal 30' st Rebic), Ibrahimovic (dal 27' pt Giroud). All. Pioli.
A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Stanta, Florenzi, Gabbia, Bakayoko, Bennacer, Saelemaekers, Rebic, Maldini, Giroud.
Juventus (4-2-3-1): Szczesny, De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro, Bentancur (dal 45' Rabiot), Locatelli (dal 20' st Arthur), Cuadrado (dal 20' st Bernardeschi), Dybala, (dal 45 st Kulusevski) McKennie, Morata (dal 28' st Kean). All. Allegri. A disposizione: Pinsoglio, Perin, Danilo, Pellegrini, De Ligt, Bernardeschi, Rabiot, Arthur, Kulusevski, Kean, Kaio Jorge, Akè.
Ammoniti: 8' pt Locatelli (Mil), 12' pt Leao (Mil), 43' pt Messias (Mil), 42' st Kean (Juv)