Milan, undici Pavlovic per uscire dalla prima crisi
- 259
Alzi la mano chi immaginava un Milan con 1 punto dopo le prime due giornate di campionato e una pre-season così convincente? Pochi, pochissimi o forse nessuno. Il primo ad essere così sorpreso è sicuramente Fonseca che non si è arrampicato sugli specchi per descrivere una sconfitta così brutta da non sembrare vera nel caldo pomeriggio di Parma al Tardini. Ora per il tecnico portoghese, parso in difficoltà nelle scelte in entrambe le partite, servirà trovare le corde giuste per rianimare una squadra che è parsa svuotata di ogni sentimento positivo.
UNICA NOTA POSITIVA - In novantaquattro minuti totali vissuti nel segno della sofferenza risaltano tanti aspetti negativi. Ma l’analisi deve essere a 360 gradi e spesso si cerca, in queste situazioni, di aggrapparsi a quello che invece ha funzionato. Fonseca ha parlato di una fase offensiva che funziona e possiamo essere d’accordo ma non totalmente perché il Milan a Parma qualche occasione l’ha creata anche ma non è stato né cinico né tantomeno convincente nella proposta offensiva, anzi. L’unica nota positiva è stata la prestazione di Pavlovic, al suo esordio in campionato dal primo minuto con la maglia rossonera.
11 PAVLOVIC- Le uniche due occasioni da gol del primo tempo del Milan portano la firma di Pavlovic su situazioni di gioco da fermo. Strahinja non si é mai arreso nemmeno quando veniva lasciato solo contro due o tre avversari in campo aperto. A volte é stato coraggioso nel tackle, altre ci ha messo il fisico per proteggere strenuamente pallone compagni, altre volte si è rifugiato nel fallo. Un dato significativo: il difensore serbo ha vinto oltre il 60% dei duelli. In poche parole ha lottato, non si è risparmiato ed è stato l’unico a meritarsi qualche elogio dai propri tifosi. Talvolta ha ricordato Skriniar altre Stam. E sui social ha subito postato una foto della squadra, senza didascalia. D’altronde il messaggio è facilmente intuibile: in questa fase serve il sacrificio in più, serve una rincorsa in più sull’avversario, serrare le linee e ripartire, con cattiveria agonistica e personalità. Serve essere più brutti e determinati che belli e incompiuti. Proprio come lo è stato Pavlovic nella sua prima con il Milan.