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    Milan, Roque Junior: 'Con Leonardo e Maldini si può tornare al top. Paquetà...'

    Milan, Roque Junior: 'Con Leonardo e Maldini si può tornare al top. Paquetà...'

    L’ex milanista Roque Junior ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, dove ha parlato del suo passato da giocatore e del suo presente da dirigente:

    SUL CALCIO ITALIANO –Il concetto del gioco di squadra. In Italia si impara a capire meglio il gioco. La parte difensiva è ben curata. A volte la parte offensiva è molto meccanica e ti toglie un po’ di creatività. Ma tutti gli allenatori la pensano così. In Brasile ci si preoccupa di più del gioco individuale, senza pensare alla squadra. In Italia si impara anche a stare attenti ai movimenti collettivi di marcatura, ai movimenti settoriali, intersettoriali, a giocare senza il pallone. Marcare non significa solo tenere stretti gli avversari. La marcatura comincia dalle punte e anche gli attaccanti non riescono a giocare se la palla non arriva a partire dai difensori. Non è che l’attaccante deva entrare in scivolata, ma il campo deve diventare più corto. Consiglio a tutti i difensori di fare un’esperienza in Serie A, imparerebbero molto”.
     
    SUL SUO ALLENATORE PREFERITO – “Quando arrivai, il grande punto di riferimento al Milan era Zaccheroni. In Brasile non avevo imparato tanto difensivamente e lui mi insegnò molto sotto questo aspetto. Come detto, mi istruì nel gioco di squadra e sul collettivo. Non dovevo guardare solo l’avversario, ma la palla e di ridurre gli spazi del campo. Ciò cambia abbastanza la dinamica del gioco”.
     
    SULLA FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE A MANCHESTER – “All'epoca il calcio italiano stava molto meglio. Finale italiana con la Juventus e prima avevamo eliminato l’Inter in semifinale. Giocai infortunato durante i supplementari poiché avevamo fatto tutte le sostituzioni. Così ho potuto pure dare il mio contributo”.
     
    SUL BRASILE CAMPIONE DEL MONDO NEL 2002 – “Ci fu l’intelligenza di Felipão. Vide quali giocatori aveva a diposizione e seppe tirare fuori il meglio da ognuno di loro. C’erano laterali di enorme potenzialità offensiva, Cafu e Roberto Carlos, che Scolari riuscì a sfruttare”.
     
    SU CIO’ CHE HA VINTO – “Ho vinto molto sia a livello di club che in nazionale. Da bambino avevo un obiettivo: diventare professionista. Poi, di giocare in grandi club sia in Brasile che all’estero. Successivamente, di conquistare dei titoli in patria e fuori con club e nazionale. Ce l’ho fatta. Sono molto contento per la mia carriera. Sono andato via di casa a 14 anni e i miei sogni li ho realizzati”.
     
    CONSIGLI PER GLI ACQUISTI AL MILAN – “Marquinhos (PSG, ex Roma, ndr), che gioca in nazionale. Uno che sia ancora in forza a squadre brasiliane? Non lo saprei dire. Credo che non ce ne sia uno pronto a giocare ora nel Milan”.
     
    SU PAQUETA’ –È un bel giocatore. In prospettiva esploderà fra due-tre anni. Difficilmente potrà essere subito titolare a Milano. Bisogna dargli tempo per adattarsi. Deve lasciarsi alle spalle il Brasile e pensare alla nuova realtà in Italia, che è diversa, e non fare paragoni tra i due paesi. Imparare subito la lingua per poter comunicarsi, adattarsi ai vostri costumi”.
     
    SUL MILAN DI OGGI – “A causa del mio lavoro alla Ferroviária non ho molto tempo di fermarmi davanti alla TV. Devo vedere anche altre partite. In questo campionato non ho ancora seguito una partita intera del Milan. In alcune occasioni, ho visto una parte del primo tempo, qualche minuto del secondo. Adesso col ritorno di Leonardo, di Paolo Maldini, col nuovo gruppo che ha assunto la società, il Milan magari potrà tornare alle belle epoche di Berlusconi. Ma ci vuole tempo. Le grandi squadre rossonere non sono state costruite da un giorno all’altro”.
     
    SUL DERBY DI DOMENICA – “Sarò incollato alla TV. Per fortuna la Ferroviária giocherà sabato e domenica potrò vedere la partita. E tiferò Milan”.
     

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