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Milan: Rodriguez e Kessie dominanti. Bene Calhanoglu, Andrè Silva fa fatica
TOP
KESSIE: Leader del centrocampo rossonero per oltre 60 minuti, sblocca la gara, fa filtro davanti alla difesa e soprattutto rilancia costantemente l'azione. Vince a distanza il confronto diretto con Corentin Tolisso. Fra i due colpi di mercato dell'estate ballano 10 milioni di euro in favore del francese, ma il vero colpo sembra averlo fatto il Milan. CALHANOGLU: Da un 10 puro come lui non ci si aspetta una disponibilità così ampia al sacrificio. Schierato largo a sinistra è sempre pronto a rientrare in copertura e rilanciarsi in attacco. Spesso sceglie la giocata semplice all'invenzione, ma quando si accende è letale, come quando trova il gol del 4-0 con un destro dalla distanza che chiude i conti.
RICARDO RODRIGUEZ: Dopo Lugano e Borussia Dortmund in cui aveva offerto ottime prove offensive alternate ad alcune difficoltà in difesa, finalmente il laterale svizzero trova continuità in entrambe le fasi. Propositivo in attacco, preciso su punizione (suo l'assist per il primo gol di Cutrone) annulla completamente un fumoso Coman.
FLOP
BORINI: Tanta grinta, tanto cuore, tanta corsa, ma a conti fatti risulta il meno incisivo dell'attacco rossonero. Niang, che aveva fallito la gara con il Borussia Dortmund gli ruba la scena con giocate che l'italiano fatica ancora a mettere in pratica. Forse è un caso, ma nelle azioni da gol rossonere non c'è mai.
ANDRE' SILVA: Ha la 9 sulle spalle, ma entrato nel secondo tempo la punta portoghese fatica ad imporsi sparendo lentamente dal campo dopo due lampi iniziali (conclusi comunque lontani dalla porta del Bayern). Qualche sponda e qualche movimento ad allargarsi non possono bastare per colui che, ad oggi, rappresenta la prima alternativa in attacco. CONTI: E' al lavoro da pochi giorni ed è ancora in netto ritardo di condizione. Lui che ha sempre fatto dell'atletismo e della corsa il suo punto di forza è apparso in grande difficoltà dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo faticando a contenere le folate bavaresi. Migliora nel finale di gara quando Montella sceglie il 3-5-2 che lo sgrava di compiti difensivi.