Milan Primavera, difesa colabrodo: il modello Ajax non porta risultati
IL MODELLO AJAX - Negli ultimi anni Fillippo Galli, responsabile tecnico del settore giovanile, ha cercato di avviare un processo tanto affascinante quanto difficile: cercare di rendere operativo il modello Ajax con i giovanissimi rossoneri. Tre sono gli obiettivi principali: abituare i ragazzi a giocare tutti con il medesimo modulo, il 4-3-3, cercare di lanciare diversi giocatori in prima squadra e puntare sui giovani italiani. Per quanto concerne lo schieramento tattico, ci si espone a tanti rischi: il portiere tende sempre a giocare il pallone sul difensore, evitando il canonico rilancio lungo. La linea difensiva è molto alta e, se non hai interpreti con spiccate doti tecniche, ti esponi ai contropiedi avversari come successo nella sconfitta per 6-2 contro il Verona. La formazione Primavera del Milan ha perso difensori di grande prospettiva a titolo definitivo come Gamarra, altri in prestito come Felicioli e De Santis. La sensazione è che i 98' e i 99' non abbiano la stessa cifra tecnica e devono lavorare molto anche sul piano della personalita'. Il giovanissimo Matteo Gabbia, autore anche di alcuni gol, nasce centrocampista e viene impiegato da centrale difensivo, un esperimento che ha bisogno dei suoi tempi.
BASTA FIGURACCE - L'obiettivo del Milan non è quello di perseguire la vittoria a tutti i costi, ma quello di formare i giocatori per il futuro. L'ultimo successo in campionato risale alla stagione 1964/1965, l'ultima finale nel 1999/2000 contro il Bari. L'altra faccia della medaglia è quella di Donnarumma e Locatelli, aspettando Zanellato e Plizzari: i risultati sono positivi. Discorso diverso rispetto ai cugini dell'Inter che hanno giocatori già pronti per arrivare in fondo a tutte le competizioni. Cancellare queste ultime due uscite a vuoto e tornare quelli di inizio stagione: va bene il modello Ajax, ma i ragazzi devono crescere in personalità ed evitare figuracce non consone al valore della maglia che indossano.