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Milan-Porto, i motivi del braccio di ferro per Taremi: tutti i retroscena dal Portogallo
Un ultimo tassello prima di chiudere una finestra di mercato in cui il Milan ha cambiato volto in maniera drastica ma nel quale alla voce nuovi acquisti manca all'appello ancora un attaccante. Un giocatore che si possa alternare con Giroud e provare ad esaudire la richiesta di Colombo di andare a giocare in una piazza - Monza - che gli garantisca minutaggio e visibilità. Sondati Broja del Chelsea ed Ekitike del Paris Saint-Germain, nelle ultime ore il club rossonero è tornato in contatto col Porto per Taremi, giocatore in scadenza di contratto nel giugno 2024.
IL PORTO NON HA SCELTA - A meno di una settimana dalla conclusione delle trattative, il Milan vuole comprendere se esista la possibilità di abbassare la valutazione di 25-30 milioni sulla quale la società portoghese non accetta al momento sconti di nessun genere. Una scelta ben precisa da parte dei vertici dirigenziali dei Dragoes che, come rivela O Jogo, è dettata da un fattore: il Porto detiene infatti solo la proprietà dell'85% del cartellino del giocatore iraniano, ragion per cui maggiore sarà l'incasso dalla sua cessione e maggiore sarà la cifra che resterà in cassa. Per fare un esempio molto pratico: se fosse accettata l'ultima offerta dall'Italia di 15 milioni di euro più bonus, il Porto ne incasserebbe poco meno di 13.
STRATEGIA ROSSONERA - Da qui il braccio di ferro in atto col Milan, che dal canto suo non valuta un esborso superiore per un calciatore non più giovanissimo - è un classe '92 - e che tra poco meno di un anno sarà rilevabile a parametro zero. Utilizzando come sponda il forte desiderio di Taremi di cambiare aria e mettersi alla prova in un altro campionato e in una società che gli garantirebbe la ribalta della Champions League. Sullo sfondo, oltre all'ipotesi di una permanenza controvoglia in Portogallo alla corte di Conceiçao (col quale non si è ancora sbloccato in questo avvio di stagione), rimaste anche l'opzione che conduce all'Inghilterra: in particolare il Tottenham che, nonostante la presenza in organico di due attaccanti come Richarlison e l'argentino Veliz prelevato dal Rosario Central (accostato pure al Milan), potrebbe fare un'altra operazione in entrata per colmare il pesante vuoto lasciato da Kane.
IL PORTO NON HA SCELTA - A meno di una settimana dalla conclusione delle trattative, il Milan vuole comprendere se esista la possibilità di abbassare la valutazione di 25-30 milioni sulla quale la società portoghese non accetta al momento sconti di nessun genere. Una scelta ben precisa da parte dei vertici dirigenziali dei Dragoes che, come rivela O Jogo, è dettata da un fattore: il Porto detiene infatti solo la proprietà dell'85% del cartellino del giocatore iraniano, ragion per cui maggiore sarà l'incasso dalla sua cessione e maggiore sarà la cifra che resterà in cassa. Per fare un esempio molto pratico: se fosse accettata l'ultima offerta dall'Italia di 15 milioni di euro più bonus, il Porto ne incasserebbe poco meno di 13.
STRATEGIA ROSSONERA - Da qui il braccio di ferro in atto col Milan, che dal canto suo non valuta un esborso superiore per un calciatore non più giovanissimo - è un classe '92 - e che tra poco meno di un anno sarà rilevabile a parametro zero. Utilizzando come sponda il forte desiderio di Taremi di cambiare aria e mettersi alla prova in un altro campionato e in una società che gli garantirebbe la ribalta della Champions League. Sullo sfondo, oltre all'ipotesi di una permanenza controvoglia in Portogallo alla corte di Conceiçao (col quale non si è ancora sbloccato in questo avvio di stagione), rimaste anche l'opzione che conduce all'Inghilterra: in particolare il Tottenham che, nonostante la presenza in organico di due attaccanti come Richarlison e l'argentino Veliz prelevato dal Rosario Central (accostato pure al Milan), potrebbe fare un'altra operazione in entrata per colmare il pesante vuoto lasciato da Kane.