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Parla il fratello di Giampaolo: 'E' pronto per il Milan. Risultati? Non bisogna avere fretta...'
IDEE DI FERRO - ''Punta molto sul 4-3-1-2, questo è vero, ma non è un integralista e sa quando c'è da cambiare. Ma più che il modulo contano soprattutto l'atteggiamento e la testa, la volontà di fare un calcio sempre propositivo e di qualità''.
MILAN - ''Marco ha un'idea di gioco forte e ben definita. La squadra deve avere tempo per capirla e svilupparla nel modo migliore. Non bisogna avere fretta. Non sono sorpreso di vederlo a questi livelli, ha sempre avuto la testa per insegnare e organizzare. Da giocatore era il classico allenatore in campo: tornava a casa e prendeva appunti sulla partita. Incredibile per un ragazzo di 24-25 anni''.
DIFFERENZE CON MARCO - ''Lui era un centrocampista d'ordine, io un trequartista: non ci assomigliavamo molto. Ma io ero meglio, più tecnico: ho fatto il 10. Poi anche l'esterno, gol e assist. Abbiamo giocato insieme per un anno a Giulianova nell'87-88: io ero giovanissimo, lui già un regista con la testa sulle spalle. Purtroppo per problemi fisici ha smesso 10 anni prima di me''.
DA CALCIATORE A ALLENATORE - ''Il calciatore gioca, scarica la tensione subito e il martedì riparte. L'allenatore si porta dietro l'adrenaina per tutta la settimana fino alla domenica. Uno pensa a sé, l'altro pensa per tutti''.
JUVE - ''Sono cresciuto nel settore giovanile della Juve, una esperienza importante: ti fa sentire giocatore al 100%, ti insegna la professionalità. Ma prima di andare alla Juve avevo fatto un provino con il Milan di Sacchi: tre giorni a Milanello con gente come Van Basten e Gullit. Il massimo per un ragazzo di 18 anni''.
RAPPORTO - ''Non sono assolutamente geloso di Marco, stiamo facendo carriere molto diverse, ma è giusto così. Non ho nessun rimpianto per come sono andate le cose. E ripeto, da giocatore ero più forte io''.