Milan, ora 'serve' vincere per evitare un fallimento. Leao, il prezzo sale
Nelle prime 4 uscite di Champions il Milan aveva segnato solo due gol (entrambi di Saelemakers) e dava l’impressione di poter essere addirittura eliminato dal girone, nonostante gli avversari fossero nettamente più scarsi di quelli dell’anno scorso. In realtà la qualificazione agli ottavi, che manca nella Milano rossonera dal lontanissimo 2013, non è ancora stata conquistata. Anzi. L’ultima partita contro il Salisburgo è tutt’altro che una formalità. Gli austriaci hanno già dimostrato all’andata di essere un brutto cliente e di vantare una discreta esperienza europea, se vogliamo superiore a quella del Milan stesso. Ha fatto molto bene Pioli a mettere da subito in guardia i suoi giocatori e l’ambiente sul rischio di poter contare su due risultati utili nell’ultima partita del girone. E ha detto una cosa giustissima, di chi conosce molto bene la propria squadra e le fondamenta su cui è stata costruita. “Non sappiamo fare calcoli, dobbiamo vincere la partita”: ha spiegato il mister rossonero. E ha ragione.
Mettersi a difendere il secondo posto in classifica per passare il turno non farebbe parte della filosofia di questo Milan. Per questa ragione contro il Salisburgo mercoledì prossimo sarà necessario sfoderare una prestazione ancora più convincente di quella di Zagabria, considerando anche la differenza del valore tecnico dell’avversario. La situazione ci riporta indietro di 28 anni, nel 1994, quando il Milan di Capello, fresco Campione d’Europa, rischiava di uscire dalla Champions per mano della squadra di Salisburgo che aveva evitato la sconfitta a S. Siro grazie a un risultato deciso a tavolino per una bottiglietta piovuta sul portiere austriaco. Il Milan aveva perso entrambe le partite contro l’Ajax, che poi si sarebbe laureato campione nella finale vinta proprio contro i rossoneri. E si era ridotto a giocarsi il passaggio del turno proprio all’ultima giornata in trasferta contro il Salisburgo. Il vantaggio stavolta, sarà giocare nella bolgia di S. Siro invece che a Vienna, come accadde nel 1994.
Di scontato non c’è nulla, ma la squadra di Pioli sembra affidabile al punto giusto anche in ambito internazionale. E diciamoci la verità, giunti a questo punto, a 90 minuti dalla fine della fase eliminatoria, non giocare gli ottavi di finale sarebbe davvero un risultato fallimentare. La squadra dà l’impressione di star bene sia di testa sia di gambe, nonostante le numerose assenze pesanti. Anche le seconde linee, come Gabbia, riescono a brillare, illuminate da quello che ormai è il trascinatore indiscutibile del gruppo di Pioli, cioè Leao. Anche per i difensori della Dinamo il portoghese era davvero imprendibile. E prestazioni di questo tipo a livello europeo non fanno che accrescere a dismisura il suo valore sul mercato. A proposito di valori economici, dobbiamo rilevare che l’unica nota dolente della serata di Champions è stata la prestazione di De Ketelaere, ancora una volta avulso dal gioco e troppo “molle” per essere quel giocatore a lungo inseguito da Maldini e Massara. L’appuntamento con il gol o con la prestazione che potrebbe sbloccarlo è stato nuovamente rinviato.