Milan, non meriti Salvini come tifoso
L’assunto è talmente chiaro che non occorre andare oltre, né tirare in ballo i vari Veltroni, Rutelli, D’Alema, Renzi, Berlusconi, Monti, Gentiloni… Nessuno di coloro s’è mai vantato di frequentazioni simili, nessun altro ministro o sottosegretario che si ricordi. Nemmeno poco tempo fa, un Presidente del Consiglio che si rispetti, avrebbe imposto a un Ministro del genere le dimissioni.
Ma non si tratta di questo o solo di questo. Si tratta del fatto che il Ministro Salvini s’è vantato di tanta frequentazione in nome del calcio. Ora, sorge spontaneo dire a tutte quelle anime belle che accusano giornalisti, opinione pubblica, commentatori vari di mischiare proditoriamente calcio e politica, “dove credete di vivere?”.
A parte il fatto che il calcio, essendo come è noto un fenomeno di rilevanza sociale, rientra in pieno nella sfera della politica che, non a caso, si occupa della società, quello che sfugge ai puristi è che i primi a mischiare calcio e politica sono i politici.
Intendiamoci non c’è nulla di male a sperare che la Fiorentina batta la Juve (Renzi), che la Roma batta la Lazio (Padoan e Conte), che il Milan batta l’Inter (Berlusconi), che l’Inter batta il Milan (La Russa)… Quello che sembra un tantino riprovevole è cavalcare l’onda del tifo a fini di propaganda, arrivando fino a complimentarsi con violenti e condannati (non con tifosi) in nome della stessa maglia.
Dire che si tifa Roma o Torino o Atalanta, non vuol dire che quell’ultras condannato per spaccio di droga “ è come me, indagato tra gli indagati”. Sono due cose diverse, ma, invece, in nome del calcio, vengono mischiate, generando un infimo cortocircuito.