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    Milan, tutti i rinnovi pieni di spine

    Milan, tutti i rinnovi pieni di spine

    Milan a metà: vincente in campo, ma diviso fuori. La Repubblica in edicola oggi descrive la situazione di stallo in casa rossonera. Tutta colpa del mancato closing per il passaggio di proprietà della società da Silvio Berlusconi alla cordata cinese capitanata dal fondo di investimento Sino Europe. La firma è stata rinviata al 3 marzo e fino ad allora vige un regime di "affido condiviso". Gli accordi prevedono che sulle decisioni che incidono sul piano finanziario, Sino Europe deve dire la sua. Perché ogni spesa verrà ripianata dai cinesi quando prenderanno il controllo del club, ma per il momento la gestione operativa rimane in capo alla diarchia Adriano Galliani (parte sportiva) e Barbara Berlusconi (parte commerciale). Anche se i patti sottoscritti sono molto precisi, questo non scongiura la paralisi.

    MERCATO BLOCCATO - Proprio come sta accadendo con il mercato di gennaio. Dove Silvio Berlusconi ha le sue idee, che non coincidono con quelle dei cinesi. L’ex Cavaliere si dichiara innamorato del progetto del Milan dei giovani e, possibilmente, dei tutti italiani. I maligni dicono che lo cavalchi perché si è rivelato vincente. In realtà, nasce per risparmiare: nel 2011 fu dato incarico ai responsabile delle giovanili di fare incetta di under 14 italiani (o figli di immigrati, ma nati in Italia). Tutto sommato l’autarchia ha funzionato: nel 2016, sono stati 39 i giocatori delle giovanili convocati nella selezioni azzurre, dall’under 15 all’under 19, un record per il club. Ma i cinesi la pensano diversamente: per il progetto di sviluppo commerciale del marchio Milan in Cina ci vogliono i campioni. Per questo hanno bocciato l’esterno dell’Ascoli Riccardo Orsolini e non erano caldi nemmeno per i ragazzi dell’Atalanta, da Caldara a Gagliardini. In ogni caso, mancano i soldi. O meglio: Sino Europe sarebbe anche stata disponibile ad anticipare i soldi per avere da subito due giocatori di livello europeo. I quali sono già stati individuati da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, scelti dai cinesi come futuri ad e direttore sportivo; ma la trattativa avrebbe dovuto poi gestirla Galliani. Una convivenza che da entrambe le parti è stata ritenuta impossibile. Per cui gli unici - si fa per dire - colpi di mercato saranno in uscita: Luiz Adriano (per risparmiare almeno sui 6 milioni di ingaggio per i prossimi tre anni) e forse Honda, attirato dalla lega americana. Non arriverà nemmeno Badelj, il regista ri- chiesto da Montella (costa 12 milioni), acquisto rinviato all’estate quando i cinesi saranno proprietari a tutti gli effetti. 

    CLOSING A RISCHIO - Sempre che venga rispettata la prossima scadenza del 3 marzo. Nel Milan a metà, una ulteriore incognita è rappresentata dal governo di Pechino: a settembre sono state approvate disposizioni molto restrittive sugli investimenti all’estero, sia da parte di imprese, ma soprattutto per i privati. Le autorità vogliono limitare l’espatrio di capitali, per difendere l’economia interna. Per cui hanno varato diversi livelli di controllo: sia per verificare dove approdano i capitali, sia per valutare il valore effettivo delle società in cui si investe. Siccome Sino Europe è un fondo di investimento che ha raccolto capitali anche da singoli imprenditori, il governo vuole essere sicuro che i capitali una volta usciti non diventino fuori controllo. Nella sua recente intevista all’Ansa, il presidente di Sino Europe Yongyong Li ha detto che "sono stati raccolti più capitali di quelli necessari". Perché non è detto che a tutti i partecipanti all’avventura nel Milan sia concesso di espatriare con i propri soldi. 

    RINNOVI SPINOSI - Il Corriere dello Sport si concentra sui rinnovi dei contratti. Donnarumma, ma non solo: De Sciglio, Locatelli e Romagnoli i casi più urgenti. Al momento è stata chiusa e risolta soltanto la situazione di Bonaventura, con il bonus/integrazione per i primi 6 mesi del 2017 diviso e metà con Sino-Europe. Al rientro di Galliani dal Brasile, il prolungamento fino al 2020, con raddoppio dell'ingaggio da uno a due milioni di euro, verrà depositato e ufficializzato. Per il portiere, invece, si dovrà comunque attendere almeno il prossimo 25 febbraio, giorno del suo 18° compleanno. Solo da maggiorenne, infatti, potrà firmare il suo primo contratto, e quello che lo attende sarà un quinquennale. Attenzione, però, perché la questione non è solo temporale. L'agente di Gigio, Raiola, ha già messo in chiaro l'intenzione di aspettare il closing (il 3 marzo la nuova limite) in modo da conoscere i nuovi proprietari del Diavolo e verificarne piani e programmi per il futuro. Non è un caso, insomma, che, al tavolo delle trattative per Bonaventura, altro suo assistito, il procuratore campano abbia volutamente evitato di discutere anche di Donnarumma. Dal fronte cinese, l'atteggiamento non è stato gradito, ma la volontà resta quella di blindare il portiere con un contratto ricchissimo. 
    Nel frattempo, sono già arrivati a buon punto i discorsi con Suso. L'ammissione è arrivata anche dallo stesso spagnolo, pronto a mettere il suo autografo sotto all'accordo che gli assicurerà più o meno lo stesso trattamento riservato a Bonaventura, ovvero ingaggio raddoppiato da uno a due milioni di euro. Unica differenza, la nuova scadenza fissata al 2021. Ad ogni modo, il nuovo contratto non sarà soltanto un premio per le prestazioni del mancino prelevato dal Liverpool per soli 200 mila euro, ma anche il miglior modo per metterlo al riparo dal corteggiamento di diversi club che in questi mesi hanno già messo gli occhi su di lui. Se le trattative con Suso sono in dirittura d'arrivo, appaiono più spinose le situazioni di De Sciglio e Paletta, entrambi in scadenza nel 2018. Per il terzino, anche da parte di Sino-Europe c'è la volontà assoluta di arrivare un prolungamento, anzi non è stata nascosta un pizzico di sorpresa per il fatto che in questi mesi non sono stati fatti passi avanti in tale direzione. E ora, con l'avvicinarsi della scadenza, le pretese di De Sciglio, sull'onda di apprezzamenti già noti (vedi ad esempio Allegri...), potrebbero alzarsi. Per Paletta, invece, 31 anni il prossimo 15 febbraio, il nodo è proprio l'età: sono stati i cinesi a frenare, non avvertendo l'urgenza di rinnovare il contratto ad un ultratrentenne. Senza dimenticare, peraltro, che i piani per il futuro prevedono un innesto di peso proprio in difesa. Solo un paio di mesi fa, si era parlato di prolungamento anche per Niang. Ultimamente, invece, di pari passo con il calo delle sue prestazioni, certi discorsi si sono affievoliti. Il francese è in scadenza nel 2019, dunque l'urgenza non è assoluta. E' chiaro però che la prossima estate la questione dovrà essere affrontata, soprattutto se per il giocatore arriveranno proposte di un certo tipo. E' accaduto lo stesso anche con Romagnoli, oggetto dei desideri del Chelsea e di Conte. Le avances dei Blues sono state respinte, ma c'è da credere che presto scatterà un nuovo assalto. A quel punto, sarà inevitabile adeguare il contratto dell'ex-romanista, il cui ingaggio è già più che consistente, visto che si aggira sui 2 milioni di euro all'anno. Queste, però, sono le regole del gioco. Visti i tempi, toccherà ai nuovi proprietari del Milan trovare il modo di accontentare Romagnoli. Come, non troppo tardi, sarà obbligatorio sistemare il contratto di Locatelli, che, pur avendo già compiuto i 18 anni (ne farà 19 proprio l'8 gennaio), è vincolato al club rossonero "solo" fino al 2020. Un campionato da assoluto protagonista è la ragione migliore per blindarlo. Esattamente come Donnarumma. 

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