Milan, leader cercasi: perfino Kjaer può essere un rimpianto, la speranza è Maignan
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VUOTO DI POTERE - Possiamo assumere senza timori di smentita che, perlomeno sulla carta, il terzino francese e l'asso portoghese siano da considerare i leader tecnici di questa squadra. Se girano loro la squadra va a mille e, al contrario, se loro non ingranano o non ci sono i rossoneri faticano a costruire gioco e ad essere pericolosi. I due sono però a Milano dall'ormai lontano 2019 e sebbene siano stati fondamentali nel riportare il Milan a livelli competitivi - vincendo anche il celebre scudetto 2022 - è altrettanto vero che, attorno a loro, c'è sempre stata almeno una, se non più di una, figura di riferimento all'interno dello spogliatoio.
SE NON C'È IBRA? - Maldini e Massara, dirigenti di campo prima ancora che di scrivania, erano i leader iniziali a cui si è aggiunto presto Zlatan Ibrahimovic prima in campo e oggi fuori. Dall'arrivo di RedBird Gerry Cardinale ha scelto di tagliare col passato e quindi con il due dirigenziale. L'arrivo di Ibra nel ruolo di Senior Advisor per il fondo all'interno della società ha invece risvegliato gli animi sopiti della passata annata. Oggi l'ex-centravanti è il deus ex-machina di questa squadra, ma come accaduto a Roma, la sua assenza per ferie ha portato al già citato fattaccio del cooling break saltato proprio da Leao e Theo.
PERFINO KJAER UN RIMPIANTO? - Un "non evento" che però mai si era verificato nelle passate stagioni probabilmente per la compattezza che oggi non c'è con l'allenatore o per la presenza di altri giocatori in grado di alzare la voce al momento giusto grazie alla propria esperienza. Oggi, infatti, Olivier Giroud e perfino Simon Kjaer non sono più in rosa, con il difensore danese spesso e volentieri raccontato da chi vive Milanello come elemente esemplare all'interno del gruppo. Che possa rappresentare un rimpianto?
MAIGNAN E MORATA LE SPERANZE - Il Milan quest'estate ha scelto di intraprendere una strada netta volta a ringiovanire ulteriormente la rosa e con la speranza che quel ruolo da leader a Milanello venisse assunto proprio da coloro che, in campo, hanno più impatto e più personalità. Fino ad oggi però, sia Theo che Leao hanno difettato in questo ambito e le speranze della proprietà sono tutte riposte in Alvaro Morata, unico acquisto over30 dell'estate, ma ancora fuori dal gruppo e dal campo, ma anche in Mike Maignan.
LO SFOGO CON LA FRANCIA - Proprio il portiere francese in questi giorni, è salito agli onori della cronaca nell'immediato post-sconfitta contro l'Italia per la strigliata data in spogliatoio a tutti i suoi compagni. Usando anche termini forse eccessivi, ma che avevano come unico scopo quello di ricompattare il gruppo e caricare la squadra per le prossime uscite. Parole da leader appunto che, almeno per ora, al Milan non è stato. Che la trattativa per il rinnovo del suo contratto (che procede a buoni ritmi ndr.) possa servire da stimolo finale? A Casa Milan lo sperano tutti.