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    Milan, l'alibi infortuni è una bufala: le vere colpe restano di Pioli

    Milan, l'alibi infortuni è una bufala: le vere colpe restano di Pioli

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Quello degl’infortuni è un alibi che non regge per spiegare l’abisso che c’è in classifica fra il Milan e l’Inter o la Juventus. Un alibi o una bufala, che piace raccontare al nutrito plotone dei difensori d’ufficio di Stefano Pioli, quelli per cui ovviamente gl’infortuni sono colpa del caso e nemmeno del tecnico e dei suoi collaboratori. Tesi quest’ultima peraltro ancora da provare, esattamente come il suo contrario.

    Eccola la bufala. Quando il Milan pareggia a Lecce, l’11 novembre, alla 12esima giornata, Pioli deve rinunciare a Bennacer, Kalulu e Pulisic, un uomo per reparto, uno rotto dalla stagione precedente, un unico titolare certo, la prima riserva in difesa. Ampiamente nella media del campionato e di tutta l’Europa. Uno studio dell’Uefa ha dimostrato che ogni squadra, in questo calcio dalle mille partite, conta almeno 3 infortunati a settimana. Oltre scatta l’allarme.

    La difesa che va in campo a Lecce e si fa rimontare il doppio vantaggio maturato all’intervallo è quella con Maignan alle spalle di Calabria, Thiaw, Tomori e Theo, cioè quella titolare, quella disegnata in estate. Alla fine di quella giornata in cui l’Inter batte il Frosinone e la Juventus il Cagliari, Pioli avrà 8 punti meno di Inzaghi e 6 meno di Allegri. Oggi, giusto per ricordarlo, Allegri ha 7 punti in più e Inzaghi gli stessi 8 di allora (ma con una partita in meno). Cioè il Milan di Gabbia e Kjaer, di Simic e Theo centrale, quello veramente devastato dagl’infortuni, ha sostanzialmente viaggiato allo stesso ritmo di chi gli sta davanti.

    Siamo d’accordo con Fabio Capello quando dice alla Gazzetta che l’organico del Milan è superiore a quello della Juventus e quanto esposto lo dimostra. Molto meno quando dice che invece la forbice con quella dell’Inter è molto ampia. Restiamo convinti che a Milano la vera differenza stia in panchina. Già detto più volte: la rosa del Milan non è perfetta, perché chi ha fatto il mercato si è scordato tasselli importanti nella costruzione della squadra e ha pensato soprattutto a investire più che a rafforzare (5 giocatori da 20 milioni, sperando di trovarne poi uno da rivedere a 80, stile Tonali; anziché due da 50), ma nessuna lo è. L’attacco della Juventus è complessivamente superiore a quello dell’Inter, che però ha segnato 14 gol in più. La panchina scava le differenze.

    A chi tutto ciò non basta, basterebbe ricordare che il 16 settembre, nel quinto derby consecutivo perso contro Inzaghi, Pioli aveva un unico assente, lo squalificato Tomori (espulso per doppia ammonizione a Roma nel turno precedente, perché lasciato in campo nonostante l’evidente nervosismo), eppure al quinto minuto l’equilibrio era già rotto (da lì la storica frase «nei primi 4 minuti abbiamo tenuto palla solo noi», destinata a restare nella storia del derby). Il resto è solo propaganda.
    @GianniVisnadi
     

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