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Milan, la rivoluzione di Cardinale parte da Pioli: c'è una pista in pole position per il futuro
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Parole pesanti come pietre. Non possono essere definite altrimenti le dichiarazioni del patron del Milan Gerry Cardinale rilasciate nel tardo pomeriggio di ieri a Londra, in occasione del Business Forum Summit del Financial Times. Una manifestazione lampante e davanti ad una platea di prestigio della sua profonda insoddisfazione per i risultati raccolti sino a questo punto della stagione dalla formazione rossonera e una ulteriore puntualizzazione sull’aspetto che più di qualunque altro lo ha deluso. La gestione dei calciatori e nello specifico della lunghissima catena di infortuni (gran parte dei quali molto seri) che, tra ottobre e dicembre, ha fatto salire il conteggio sino quota 31 e ha condizionato profondamente il lavoro di Stefano Pioli e deprezzato il valore di asset strategici - i calciatori - per il club. “Aspettatevi cambiamenti a fine stagione. Ci sarà un’evoluzione in ogni reparto”, ha dichiarato con fermezza il numero uno di RedBird, al fianco di Zlatan Ibrahimovic, insignito ufficialmente del ruolo di suo massimo rappresentante nello spogliatoio e in società.
PIOLI NEL MIRINO - Fuori da tempo dalla corsa scudetto, il Milan rimane in corsa per la conquista dell’Europa League e soprattutto dovrà blindare in questi mesi la qualificazione alla prossima Champions League, fondamentale per le strategie economico-sportive sulle quali il ruolo ed il potere decisionale di Ibrahimovic avranno un peso specifico significativo. Nella severa analisi della stagione in corso di Gerry Cardinale il principale indiziato ad essere oggetto delle maggiori contestazioni sarà Stefano Pioli, in quanto capo di uno staff tecnico al quale vengono imputate - alla pari dell’area medica - le troppe defezioni che hanno contribuito a far perdere contatto dall’Inter e a veder sfumare il passaggio agli ottavi di finale di Champions League e di conseguenza l’accesso al Mondiale per club del 2025. Un danno di natura tecnica ma inevitabilmente anche economico, sul quale la proprietà statunitense non resterà indifferente. Pioli è legato al Milan da un altro anno di contratto e percepisce uno stipendio molto importante, di 4 milioni di euro netti a stagione, ma mai come in questo momento sono alte le possibilità di una separazione al termine del campionato. Le candidature sono note e sono diverse, con differenti percentuali di concretizzazione allo stato attuale delle cose.
SOLO UN SOGNO? - Il sogno proibito, soprattutto dei tifosi, resta quello di Antonio Conte, che morde il freno per fare ritorno su una panchina e abbracciare un progetto ambizioso dopo l’anno sabbatico che si è concesso per ricaricare le batterie in seguito all’amara conclusione della sua ultima esperienza alla guida del Tottenham. Nell’immaginario collettivo Conte viene considerato come il nome che metterebbe tutti d’accordo per una questione di ambizioni, di mentalità vincente e perché suonerebbe all’esterno come il segnale tangibile che le parole di Cardinale sull’ossessione per la vittoria non siano soltanto un manifesto programmatico. Al tempo stesso, secondo quanto risulta a calciomercato.com, ad oggi non ci sono stati contatti diretti tra la dirigenza rossonera e l’allenatore salentino, profilo impegnativo ed ingombrante a livello economico e non soltanto. Contatti che ci sono stati invece con alcuni profili stranieri come lo spagnolo Julen Lopetegui, che piace per la sua capacità di lavorare e valorizzare giovani calciatori e che ha riscosso ulteriori consensi dopo il lavoro svolto prima col Siviglia e poi al Wolverhampton. Ma c’è un identikit che al momento combacia alla perfezione con l’idea di Milan di Gerry Cardinale, una squadra che cresca insieme ai suoi protagonisti in maniera graduale, seguendo una logica di consolidamento all’insegna della sostenibilità dei conti.
IL FAVORITO - Tutti gli indizi conducono a Thiago Motta, l’allenatore del Bologna delle meraviglie che si è messo in testa di fare il salto di qualità in questa stagione e di partecipare alla lotta per un piazzamento Champions League. I sondaggi dell’area tecnica del Milan sono stati ripetuti e frequenti negli ultimi mesi, insieme a quelli per tre calciatori rossoblù molto apprezzati in casa rossonera come il difensore Riccardo Calafiori, il centrocampista Lewis Ferguson ed in particolare l’attaccante olandese Joshua Zirkzee. Nell’idea di evoluzione condivisa da Cardinale e Ibrahimovic c’è un tecnico pronto a cogliere l’occasione di misurarsi in un contesto più competitivo e in una grande piazza e con un’idea di gioco che rappresenti un passo in avanti rispetto all’attuale situazione. Saranno mesi caldissimi e di grandissima attesa in vista di una rivoluzione a tutti i livelli che non potrà non passare dalla posizione di Pioli e del suo staff.
PIOLI NEL MIRINO - Fuori da tempo dalla corsa scudetto, il Milan rimane in corsa per la conquista dell’Europa League e soprattutto dovrà blindare in questi mesi la qualificazione alla prossima Champions League, fondamentale per le strategie economico-sportive sulle quali il ruolo ed il potere decisionale di Ibrahimovic avranno un peso specifico significativo. Nella severa analisi della stagione in corso di Gerry Cardinale il principale indiziato ad essere oggetto delle maggiori contestazioni sarà Stefano Pioli, in quanto capo di uno staff tecnico al quale vengono imputate - alla pari dell’area medica - le troppe defezioni che hanno contribuito a far perdere contatto dall’Inter e a veder sfumare il passaggio agli ottavi di finale di Champions League e di conseguenza l’accesso al Mondiale per club del 2025. Un danno di natura tecnica ma inevitabilmente anche economico, sul quale la proprietà statunitense non resterà indifferente. Pioli è legato al Milan da un altro anno di contratto e percepisce uno stipendio molto importante, di 4 milioni di euro netti a stagione, ma mai come in questo momento sono alte le possibilità di una separazione al termine del campionato. Le candidature sono note e sono diverse, con differenti percentuali di concretizzazione allo stato attuale delle cose.
SOLO UN SOGNO? - Il sogno proibito, soprattutto dei tifosi, resta quello di Antonio Conte, che morde il freno per fare ritorno su una panchina e abbracciare un progetto ambizioso dopo l’anno sabbatico che si è concesso per ricaricare le batterie in seguito all’amara conclusione della sua ultima esperienza alla guida del Tottenham. Nell’immaginario collettivo Conte viene considerato come il nome che metterebbe tutti d’accordo per una questione di ambizioni, di mentalità vincente e perché suonerebbe all’esterno come il segnale tangibile che le parole di Cardinale sull’ossessione per la vittoria non siano soltanto un manifesto programmatico. Al tempo stesso, secondo quanto risulta a calciomercato.com, ad oggi non ci sono stati contatti diretti tra la dirigenza rossonera e l’allenatore salentino, profilo impegnativo ed ingombrante a livello economico e non soltanto. Contatti che ci sono stati invece con alcuni profili stranieri come lo spagnolo Julen Lopetegui, che piace per la sua capacità di lavorare e valorizzare giovani calciatori e che ha riscosso ulteriori consensi dopo il lavoro svolto prima col Siviglia e poi al Wolverhampton. Ma c’è un identikit che al momento combacia alla perfezione con l’idea di Milan di Gerry Cardinale, una squadra che cresca insieme ai suoi protagonisti in maniera graduale, seguendo una logica di consolidamento all’insegna della sostenibilità dei conti.
IL FAVORITO - Tutti gli indizi conducono a Thiago Motta, l’allenatore del Bologna delle meraviglie che si è messo in testa di fare il salto di qualità in questa stagione e di partecipare alla lotta per un piazzamento Champions League. I sondaggi dell’area tecnica del Milan sono stati ripetuti e frequenti negli ultimi mesi, insieme a quelli per tre calciatori rossoblù molto apprezzati in casa rossonera come il difensore Riccardo Calafiori, il centrocampista Lewis Ferguson ed in particolare l’attaccante olandese Joshua Zirkzee. Nell’idea di evoluzione condivisa da Cardinale e Ibrahimovic c’è un tecnico pronto a cogliere l’occasione di misurarsi in un contesto più competitivo e in una grande piazza e con un’idea di gioco che rappresenti un passo in avanti rispetto all’attuale situazione. Saranno mesi caldissimi e di grandissima attesa in vista di una rivoluzione a tutti i livelli che non potrà non passare dalla posizione di Pioli e del suo staff.