Milan, la lezione di De Ketelaere: l'errore da non commettere nel prossimo mercato
- 185
Non avremo mai la controprova. Perché, salvo clamorosi cambi di direzione, Charles de Ketelaere non tornerà più ad indossare la maglia del Milan dopo una stagione con l’Atalanta che ha fatto riscoprire il talento del calciatore belga. I bergamaschi hanno manifestato ripetutamente la volontà di procedere al riscatto del classe 2001 ed è giusto così, perché Bergamo e il modo di fare calcio che si predica a Zingonia e dintorni ha dimostrato una volta di più come si gestiscono e come si valorizzano realmente i giovani di qualità. Troppo spesso nelle grandi società si predica bene e si finisce per razzolare male, finendo per svalutare investimenti importanti dal punto di vista economico. Non avremo mai la riprova che De Ketelaere, tornando al Milan, sarebbe stato in grado di essere come minimo lo stesso ammirato agli ordini di Gasperini, ma il caso dell’ex Bruges dovrà essere un monito importante per chi questa estate avrà l’ultima parola sul mercato rossonero.
QUANTO INCASSA IL MILAN DA DE KETELAERE
LA MALAGESTIONE DI PIOLI - Un mercato fondamentale, di consolidamento ma anche di evoluzione - sotto il profilo tecnico, tattico e caratteriale - e che dovrà passare necessariamente da una piena condivisione con l’allenatore che prenderà il posto di Pioli. Per evitare altre situazioni alla CDK, ma anche alla Okafor e alla Chukwueze. Giusto per citare tre calciatori che, al netto delle loro responsabilità nel non essere riusciti ad esprimere tutto il proprio potenziale, non sono stati messi dall’attuale conduzione tecnica nelle migliori condizioni per ripagare le aspettative riposte dal Milan nei loro confronti. A fronte di 33,5 milioni di euro, bonus esclusi, spesi per i loro acquisti. Questione di ruoli - nella passata stagione il trattamento riservato a De Ketelaere è stato un autentico spreco di tempo nel vano tentativo di trasformarlo in quello che non è, un trequartista, rinunciando aprioristicamente all’idea di utilizzarlo nella sua posizione naturale di attaccante - ma anche di gestione del minutaggio. Okafor e Chukwueze, due degli innesti di complemento del reparto offensivo rossonero di questa annata sono stati spesso e volentieri delle alternative da impiegare solamente a gara in corso (titolare in campionato appena 5 volte su 27 lo svizzero, meglio il nigeriano con 12 partenze dall’inizio e altrettante apparizioni da subentrante), motivo per cui risulta complicato tracciare un bilancio esaustivo ed oggettivo del loro rendimento. Se la prerogativa di ogni allenatore è di ribadire che soltanto il campo (inteso come partite ufficiali ma anche gli allenamenti) determina in maniera insindacabile chi debba giocare, allo stesso tempo in casa Milan si può rilevare come chi abbia preso il posto di Okafor e Chukwueze, quindi Leao, Giroud e pure Pulisic, non abbiano avuto sempre standard di rendimento elevatissimi nel corso dell’intera stagione.
QUANTO DEVE PAGARE ANCORA IL MILAN PER CHUKWUEZE
COSA SERVE - Come se, dietro le giustificazioni tecniche di prassi, si nascondesse uno scarso gradimento per le caratteristiche dei calciatori in questione, allargando il discorso anche al De Ketelaere del passato campionato. E qui veniamo al punto, in vista di un calciomercato che dovrà portare pochi ma significativi correttivi ed integrazioni all’attuale organico, prendendo spunto dalle parole del CEO Giorgio Furlani. Un difensore forte, preferibilmente di piede sinistro, un centrocampista con caratteristiche più di contenimento e complementari con quelle delle tante mezzali inserite la scorsa estate, un terzino destro capace di entrare in seria competizione con Calabria e soprattutto un centravanti da 20-25 reti, in grado di determinare nelle partite che contano. Le esigenze imprescindibili sono queste, al netto di ulteriori aggiustamenti per allungare la rosa legati alle cessioni.
MILAN, TUTTO SU SESKO: PERCHE' PUO' ARRIVARE
L'ERRORE DA NON FARE - I profili seguiti sono molti ma, al netto di chi prevarrà nella corsa al dopo Pioli - da Conceiçao a Fonseca, passando per Conte e Thiago Motta - un errore l’attuale area tecnica non potrà permettersi di commettere: puntare su giocatori sui quali non esista il totale gradimento del futuro allenatore. La prossima sessione di acquisti/cessioni dirà molto delle reali intenzioni ed ambizioni della proprietà statunitense dopo una stagione contraddistinta da moltissimi e rischiosi cambiamenti - dirigenziali e tecnici - da investimenti da 120 milioni di euro sul mercato (al netto della cessione per 70 di Tonali), ma con una risultanza sul campo non in linea con le attese. Dopo aver fallito tutti gli obiettivi a disposizione e aver incassato pure lo smacco dello Scudetto della stella vinto dall’Inter proprio nel derby, il nuovo Milan che sta per nascere non può più permettersi casi alla De Ketelaere.
QUANTO INCASSA IL MILAN DA DE KETELAERE
LA MALAGESTIONE DI PIOLI - Un mercato fondamentale, di consolidamento ma anche di evoluzione - sotto il profilo tecnico, tattico e caratteriale - e che dovrà passare necessariamente da una piena condivisione con l’allenatore che prenderà il posto di Pioli. Per evitare altre situazioni alla CDK, ma anche alla Okafor e alla Chukwueze. Giusto per citare tre calciatori che, al netto delle loro responsabilità nel non essere riusciti ad esprimere tutto il proprio potenziale, non sono stati messi dall’attuale conduzione tecnica nelle migliori condizioni per ripagare le aspettative riposte dal Milan nei loro confronti. A fronte di 33,5 milioni di euro, bonus esclusi, spesi per i loro acquisti. Questione di ruoli - nella passata stagione il trattamento riservato a De Ketelaere è stato un autentico spreco di tempo nel vano tentativo di trasformarlo in quello che non è, un trequartista, rinunciando aprioristicamente all’idea di utilizzarlo nella sua posizione naturale di attaccante - ma anche di gestione del minutaggio. Okafor e Chukwueze, due degli innesti di complemento del reparto offensivo rossonero di questa annata sono stati spesso e volentieri delle alternative da impiegare solamente a gara in corso (titolare in campionato appena 5 volte su 27 lo svizzero, meglio il nigeriano con 12 partenze dall’inizio e altrettante apparizioni da subentrante), motivo per cui risulta complicato tracciare un bilancio esaustivo ed oggettivo del loro rendimento. Se la prerogativa di ogni allenatore è di ribadire che soltanto il campo (inteso come partite ufficiali ma anche gli allenamenti) determina in maniera insindacabile chi debba giocare, allo stesso tempo in casa Milan si può rilevare come chi abbia preso il posto di Okafor e Chukwueze, quindi Leao, Giroud e pure Pulisic, non abbiano avuto sempre standard di rendimento elevatissimi nel corso dell’intera stagione.
QUANTO DEVE PAGARE ANCORA IL MILAN PER CHUKWUEZE
COSA SERVE - Come se, dietro le giustificazioni tecniche di prassi, si nascondesse uno scarso gradimento per le caratteristiche dei calciatori in questione, allargando il discorso anche al De Ketelaere del passato campionato. E qui veniamo al punto, in vista di un calciomercato che dovrà portare pochi ma significativi correttivi ed integrazioni all’attuale organico, prendendo spunto dalle parole del CEO Giorgio Furlani. Un difensore forte, preferibilmente di piede sinistro, un centrocampista con caratteristiche più di contenimento e complementari con quelle delle tante mezzali inserite la scorsa estate, un terzino destro capace di entrare in seria competizione con Calabria e soprattutto un centravanti da 20-25 reti, in grado di determinare nelle partite che contano. Le esigenze imprescindibili sono queste, al netto di ulteriori aggiustamenti per allungare la rosa legati alle cessioni.
MILAN, TUTTO SU SESKO: PERCHE' PUO' ARRIVARE
L'ERRORE DA NON FARE - I profili seguiti sono molti ma, al netto di chi prevarrà nella corsa al dopo Pioli - da Conceiçao a Fonseca, passando per Conte e Thiago Motta - un errore l’attuale area tecnica non potrà permettersi di commettere: puntare su giocatori sui quali non esista il totale gradimento del futuro allenatore. La prossima sessione di acquisti/cessioni dirà molto delle reali intenzioni ed ambizioni della proprietà statunitense dopo una stagione contraddistinta da moltissimi e rischiosi cambiamenti - dirigenziali e tecnici - da investimenti da 120 milioni di euro sul mercato (al netto della cessione per 70 di Tonali), ma con una risultanza sul campo non in linea con le attese. Dopo aver fallito tutti gli obiettivi a disposizione e aver incassato pure lo smacco dello Scudetto della stella vinto dall’Inter proprio nel derby, il nuovo Milan che sta per nascere non può più permettersi casi alla De Ketelaere.