Milan, ko scritto e addio scudetto: ora pensa alla Champions. Conte ha vinto con Pioli grazie a 'difesa e contropiede'
Ma forse scoppole come quella hanno contribuito a riportare Conte su una logica di calcio più pratica e affine alle caratteristiche della squadra. Una logica che si chiama “difesa e contropiede” e che, non c’è nulla di male, ha portato l’Inter in testa alla classifica. Anche il derby Lukaku e compagni lo hanno vinto con queste spietate e italianissime armi. Un progetto tattico favorito dal gol regalato da Romagnoli e compagni in occasione dell’ 1 a 0. Male il centrale che si sognerà il belga per qualche tempo, ma pessimo il sistema difensivo che consente al gigante nerazzurro di recuperare la ribattuta di Kjaer, prendere la mira e collocare la palla sulla testa di Lautaro. A questo proposito, dove si trovava il terzino sinistro in quell’azione.
In ogni caso se il Milan dopo la “non partita” di Spezia e il gol preso al 93esimo a Belgrado, sbaglia l’approccio mentale anche nel derby-scudetto significa che non c’è proprio storia. E infatti poi, al di là delle due parate di Handanovic a inizio ripresa, la vittoria degli uomini di Conte è schiacciante e meritata. E il sogno scudetto del Milan svanisce definitivamente, ben oltre i 4 punti di distacco in classifica. Forse, anzi sicuramente questo è un bene, perché prima il Milan si toglie dalla testa l’obiettivo scudetto meglio è. I rossoneri devono tornare a giocare spensierati e spregiudicati come hanno nel girone di andata quando, senza pressioni né aspettative, hanno costruito qualcosa di molto bello e molto importante. Qualcosa che sarebbe davvero un peccato vanificare uscendo dai primi 4 posti della classifica. Tornare in Champions League dopo 8 anni è e deve essere il vero obiettivo dei rossoneri. Cosa che né a inizio anno né adesso bisognava e bisogna considerare scontata. Dichiarazioni baldanzose come quelle lette in settimana da alcuni giocatori rossoneri, della serie “Vinciamo il derby e li sorpassiamo” erano indice di un’insicurezza diffusa che stava sfociando in presunzione. Un mix deleterio per tutti, ma soprattutto per una squadra giovane e in fase di crescita come il Milan. Una squadra dove ci sono solo due campioni, il portiere e il centravanti, in mezzo a tanti buoni e/o discreti giocatori. A proposito del centravanti, che è stato il grande trascinatore e il grande esempio per questi ragazzi, forse sarebbe il caso che continuasse a esserlo ed evitasse di andare a condurre il Festival di Sanremo. Ricordandosi che lui, da grande solista, ha fatto crescere un coro, ma basta una “stecca” per rovinare tutto.