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Milan, Kessie presidente a fine mandato: Pioli fa scudo, ma i tifosi ormai hanno capito come funziona
INFERNO – La casa del Diavolo, solitamente, diventa un inferno per chi la visita, ma in questo caso l’ambiente diventa incandescente per il suo inquilino un tempo più amato. Troppo recenti le ferite aperte da Donnarumma e Calhanoglu, troppo ferma la risposta di Maldini per ammettere un trattamento diverso per il centrocampista ex Atalanta. Pioli, in maniera molto saggia, ha provato a gettare acqua sul fuoco: "I fischi? Ho sentito anche io. Non credo che sia la cosa giusta, perché abbiamo bisogno di tutti e anche il passato ci insegna che poi sono gli atteggiamenti e i comportamenti dei giocatori che fanno la differenza. A me sinceramente, quando faccio la formazione, non interessa se un giocatore ha rinnovato, ha il contratto in scadenza o ci sarà per un altro anno. Li conosco, li vedo, vedo come si comportano e si impegnano: fin quando avranno gli atteggiamenti giusti saranno tutti a disposizione. Credo che il pubblico milanista abbia un grande cuore e una grande passione, ci sta dando tanto". Insomma: un colpo al cerchio (“Non credo che i fischi siano la cosa giusta”) e uno alla botte (l’elogio al pubblico e alla sua passione). Il calderone rossonero ribolle, e Kessié, ormai, non riuscirà ad uscirne senza rimanere scottato.
PIU’ NO KESSIE’ - Tempo scaduto, a giugno sarà addio. Nei giorni scorsi su Calciomercato.com vi abbiamo ragguagliato su quella che è la situazione attuale attorno al numero 79: c’è l’interesse (reciprocato) del Barcellona, ma anche quello di una big inglese. L’Inter osserva sorniona, la Juventus pigliatutto degli ultimi mesi non si lascerà sfuggire nessuna occasione, il PSG, come sempre in questi casi, c’è. Sono poche, comunque, le società in grado di accontentare le esigenze di Kessié e del suo entourage, ben maggiori dei 5 milioni a salire verso i 6,5 ai quali si è fermato il Milan. La panchina di ieri a beneficio di Bennacer-Tonali sorprende più alla luce delle dichiarazioni di Pioli che non pensando alla situazione ambientale che si è venuta a creare, ma la sensazione è che potremo assistere altre volte a ingressi tra i fischi come quello contro la Sampdoria. Il Presidente è a fine mandato, e in questo caso nessuno gli chiederà di modificare i suoi piani.