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Milan in ritardo sul mercato: non ci sono più alibi, con o senza Ibra
Il prossimo obiettivo, indicato dalla proprietà e dallo stesso Pioli, è il quarto posto come minimo, per partecipare finalmente alla Champions. Proprio il bel finale di campionato, in cui il Milan ha ottenuto più punti di tutti dopo il lockdown, incoraggia l'ottimismo dei tifosi. Purtroppo, però, da lunedì si ricomincia da capo, se non proprio da zero, e quanto è stato fatto fino all'ultima partita vinta contro il Cagliari non conta più. Anzi, paradossalmente può essere un peso, perché non basterà più il sesto posto e nemmeno il quinto di due stagioni fa.
A maggior motivo, quindi, preoccupa il ritardo con cui si sta muovendo la società. Si può, e si deve, discutere sul fatto che Ibrahimovic stia esagerando con le sue richieste economiche, perché in questo momento di crisi generale, a quasi 39 anni, non può rifiutare 5 milioni perché vuole essere più pagato di Donnarumma. Non è possibile, però, arrivare a ridosso del raduno continuando a rimandare la firma di Ibra, o addirittura mettendo in dubbio l'accordo finale. Nel bene o nel male, la società dovrebbe fare chiarezza in fretta nell'interesse di Pioli e quindi della squadra, perché Donnarumma può e deve giocare anche se ha il contratto in scadenza a fine giugno, mentre il caso di Ibrahimovic è diverso e non può rappresentare il primo ritardo nella costruzione della nuova squadra. Già, perché anche se lunedì Ibrahimovic tornasse a disposizione di Pioli, con o senza il ricco ritocco richiesto, il Milan non può vivere di rendita sul carisma dello svedese. E in questo senso non fa ben sperare il fatto che Pioli non abbia ancora avuto nemmeno uno dei rinforzi richiesti, per la difesa, il centrocampo e l'attacco.
Mentre la Juventus ha preso con largo anticipo Kulusevski e poi Arthur, l'Inter si è assicurata Hakimi ed è vicina a Tornali e il Napoli ha già abbracciato Rrahmani e l'ex rossonero Petagna, il Milan si è preoccupato soprattutto di sfoltire l'organico, salutando i vari Biglia, Bonaventura e Rodriguez. E' vero che il mercato chiude in ottobre e c'è tutto il tempo per recuperare il terreno perduto, ma l'esperienza di un anno fa insegna che le squadre si costruiscono dall'inizio perché i rimedi, anche se di qualità come Ibra, servono soltanto per salvare il salvabile, non per raggiungere gli obiettivi sperati.
Ecco perché stavolta non ci sono più alibi. Tra un mese esatto, domenica 20 settembre, incomincia il campionato del Milan, che tre giorni prima debutterà in Europa League nel preliminare inaugurale. Un motivo in più per non perdere altro tempo prezioso, perché sarebbe imperdonabile uscire subito dall'Europa, dopo averla inseguita per una stagione intera. E guardando più avanti sarebbe ancora più imperdonabile fallire l'assalto al quarto posto. Con o senza i gol del capriccioso Ibrahimovic.