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    Milan, il solito problema del gol: Giroud doveva essere una riserva, non il titolare

    Milan, il solito problema del gol: Giroud doveva essere una riserva, non il titolare

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Errare è umano, perseverare è diabolico. Proprio come ha fatto il Milan che rappresenta un diavolo, “rosso come il fuoco e nero come la paura che dovremo incutere agli avversari”, secondo quando annunciò il fondatore del club, Herbert Kilpin. Il Milan, però, anche se è il club italiano che ha vinto (7) più coppe dei Campioni/Champions, oggi in Europa non fa più paura a nessuno, come dimostra il fatto che non ha segnato nemmeno un gol nelle prime tre partite, stabilendo un triste record per le squadre del nostro campionato, con l’aggravante che sono cinque le partite consecutive in Europa in cui i rossoneri non sono andati a rete, considerando anche le due nel derby in semifinale dell’ultimo anno.

    E allora bisogna ripartire proprio dalla stagione scorsa in cui il Milan sul campo è arrivato al quinto posto in campionato, spremendo il trentaseienne Giroud che aveva segnato 13 gol, di cui 3 su rigore. E’ vero che Leao, tanto criticato ultimamente, ne aveva realizzati due in più e senza rigori, ma il portoghese non è né una prima, né una seconda punta e allora, al di là dell’età di Giroud, visto che Ibrahimovic nel frattempo ha smesso di giocare, la società doveva acquistare un altro attaccante di sicuro affidamento, non una scommessa, né un altro veterano a fine carriera perché, come ha scritto giustamente Gianni Visnadi, Giroud quando è arrivato due anni fa doveva costituire un’alternativa e non essere la prima punta titolare, come adesso.

    Con il “senno di prima” e non con il più facile “senno di poi”, il 20 luglio scorso su questo sito avevamo scritto che il mercato del Milan stava offrendo più fumo che arrosto, sottolineando che erano arrivati tanti centrocampisti ma non era stato coperto il pericoloso vuoto in attacco. Il giorno dopo è stato ufficializzato l’acquisto di Okafor, che però non è una prima punta e in chiusura di mercato, dopo avere cercato invano Thuram e Taremi, è arrivato Jovic, reduce da una deludente stagione a Firenze.

    Morale: Giroud, che nel frattempo ha compiuto 37 anni, è sempre più costretto a fare gli straordinari, mentre Okafor e Jovic per motivi diversi hanno confermato di non essere all’altezza. E allora è facile criticare Pioli che può avere commesso qualche errore come tutti i suoi colleghi, da Inzaghi a Garcia, da Allegri a Sarri, ma più di lui sono da criticare Furlani e Moncada che non gli hanno messo a disposizione un altro vero goleador, titolare o di scorta

    Dopo nove giornate di campionato e tre di Champions, la prima grande differenza tra il Milan, il Napoli campione d’Italia e l’Inter, sua storica rivale, è emersa in maniera ancora più evidente proprio negli ultimi due giorni di Champions. Mentre a Parigi l’insostituibile Giroud è stato costretto a rimanere in campo fino alla fine in assenza di alternative, Sanchez ha segnato il gol dell’1-0 dell’Inter contro il Salisburgo giocando al posto del titolare Thuram. E soprattutto nel Napoli, privo di Osimhen, contro l’Union Berlino il gol del successo è stato firmato dalla sua prima riserva Raspadori, rilevato nel finale da Simeone. E non si può parlare di caso, perché il Napoli l’anno scorso ha segnato 13 gol più del Milan in campionato, grazie al contributo di tre attaccanti (Osimhen 26, Simeone 4, Raspadori 2) mentre l’Inter ne ha segnati 7 di più con quattro attaccanti: Lautaro 21, Lukaku 10, Dzeko 9, Correa 3. Fatti, non parole, che rimandano al punto di partenza, perché errare è umano, perseverare è diabolico. Con il rischio che non basti aspettare il mercato di riparazione, appunto, per correre ai ripari. Perché a gennaio il Milan potrebbe essere già fuori dalla Champions.

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