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  • Milan, il sesto posto ti va stretto: la strada per la rinascita è tracciata

    Milan, il sesto posto ti va stretto: la strada per la rinascita è tracciata

    • Angelo Di Cioccio, da VXL
    Tutti conosciamo il Milan. L'importanza, la storia, e la stima, che si hanno di questo club a livello internazionale, complice i tanti trofei conquistati nel corso degli anni, specialmente nell'epopea 'berlusconiana'. Tuttavia, negli ultimi anni questo glorioso club sembra aver avuto una crisi d'identità, un livellamento verso il basso, iniziato con l'ultimo periodo della gestione Berlusconi. Negli ultimi anni questo club ha toccato un fondo che non si vedeva dall'epoca di Farina. Ma da questo fondo adesso si può solo risalire, o meglio, è la storia del Milan, la gloria di questo club che lo obbliga a risalire, perché dal toccare il fondo al finire con l'averci una relazione stabile è un attimo.

    Il Milan non è tutto questo. E non avrebbe alcun senso rilevare il Milan da Berlusconi per mantenerlo a questi livelli. Non ha senso né in termini di business e nemmeno sul piano sportivo. Alla proprietà cinese capeggiata da Yonghong Li, o ad Elliott, che ad oggi sembrerebbe vicino a diventare il nuovo proprietario del Milan, visto che ancora non c'è stato il rifinanziamento del debito, per poi rivenderlo ad un altro soggetto (americani, russi o arabi), il compito di far tornare il Milan ai livelli che più gli competono. Il Milan non può essere un club che arriva a festeggiare un sesto posto. Ridursi così significa non avere rispetto per il vero valore di questo club. Certo, c'è voglia d'Europa, e raggiungere questo traguardo può essere letto anche come un piccolo passo in avanti per uscire dal fondo in cui si trova (e non mi riferisco al fondo Elliott, anzi quello paradossalmente è una garanzia per il Milan e per la sua competitività).

    Un filosofo inglese, Alan Watts, in una sua massima disse: ' Risvegliarsi a chi si è, richiede abbandonare quello che immaginavi di essere'. Il Milan non è un club da sesto posto. Non può essere un club che si accontenta di un sesto posto. Il Milan si deve 'risvegliare' a ciò che è davvero, ovvero un club che lotta per vincere ogni anno. Non deve essere un club che si accontenta di 'mettere una pezza' e salvare la stagione. Questa è una mentalità da provinciale, esultare per dei piazzamenti che non portano trofei in bacheca. Lo fanno i club minori, quella che pensano a portare a casa la pelle sana e salva e basta. È una mentalità da 'pecora', di chi pensa solo a salvare la faccia. Il Milan deve essere una 'tigre', deve dominare e non limitarsi a salvarsi la pellaccia. E soprattutto deve vincere. È il suo blasone che lo richiede.

    Il Milan deve tornare ad essere 'potente' anche a livello economico. Il tifoso non deve avere paura che dinanzi ad una offerta importante, un top player possa partire. Il Milan deve essere un club che trattiene i suoi top player e che li fa 'incedibili', tranne nei casi in cui siano gli stessi top player a chiedere di essere ceduti. In quel caso, devono essere ceduti solo alle condizioni del club, vedi caso di Gigio Donnarumma. Ma soprattutto, deve essere un club che ha quel potere economico per andare a prendere lui stesso il top player da altri club, come avveniva in passato quando il Milan prendeva Roberto Baggio e Filippo Inzaghi dalla Juventus, Pirlo e Seedorf dall'Inter, Redondo dal Real Madrid, Rui Costa dalla Fiorentina, e tanti altri .Certo, si dirà, erano altri tempi e c'era meno competitività economica nel calcio, ma resta il fatto che questo può ancora accadere, sulla falsariga di quello che fa la Juventus prendendo il Douglas Costa della situazione. Con una gestione oculata e con una proprietà forte alle spalle, questo, anche se in tono minore, può essere ancora fatto.

    Il Milan deve tornare ad essere un club che torni a saper reggere le pressioni, a non soffrire più le critiche prevenute e pretestuose e non obbiettive della stampa e dei media che gli sono contro, a metterci sempre la faccia nelle sconfitte, e a farsi scivolare tutto addosso. Del resto, come dice lo scrittore inglese David Icke in una sua massima: 'una tigre non perde il sonno curandosi di ciò che pensano le pecore'. Il Milan si risvegli a se stesso, torni ad essere quello che è, ovvero una 'tigre', un club destinato a stare ai vertici del calcio. Questo è il fondo della verità.

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