Milan: girone proibitivo e mercato incompleto, ma Pioli è il maggiore responsabile
Sappiamo perfettamente che vincere a Newcastle e sperare in una contemporanea sconfitta del PSG in casa del Borussia, già qualificato al primo posto sia una eventualità molto molto improbabile. E che invece, lo scenario più realistico sia quello di avere un Milan fuori anche dall'Europa League. Ma, purtroppo, questo rispecchia i valori della rosa rossonera di questa stagione e in generale di questo periodo storico.
È vero che l'anno scorso la squadra di Pioli era arrivata fino alla semifinale di Champions, ma lo aveva fatto superando Dinamo Zagabria e Salisburgo nel girone, nonchè eliminando il Tottenham dell'esonerando Conte e il Napoli senza Osimhen, nel periodo più buio della sua stagione. Quest'anno l'asticella delle avversarie in Europa si è alzata decisamente e lo stesso non si può dire del valore complessivo della rosa, ancor più se falcidiata dagli infortuni, non ultimo quello pesantissimo di Thiaw.
Alla luce di questo era davvero difficile immaginare che il Milan potesse superare di slancio un girone così "proibitivo". Insisto su questo aggettivo perchè mi era stato parecchio contestato quando lo avevo utilizzato su queste pagine. A questo proposito, un altro mio aggettivo estivo che aveva fatto arricciare non poco il naso ai tifosi rossoneri era "incompleto", quando lo avevo utilizzato per definire il mercato di Furlani e Moncada considerando il mancato arrivo di Taremi o comunque di un centravanti titolare.
Eh sì, perchè mentre per alcuni ruoli vale l'alibi degli infortuni, per quello del centravanti no. Contro il Borussia infatti Pioli aveva a disposizione Giroud riposato dalla squalifica in campionato e il solito Jovic, quindi tutto quello che la societá gli ha messo a disposizione. La prestazione del francese è stata molto deludente, forse la peggiore da quando gioca nel Milan e non lo diciamo affatto per il rigore sbagliato. Ma non si può certo pensare che un 37enne faccia gol in 50 partite di una stagione strapiena di impegni ravvicinati. E non si può certo pensare che la sua riserva sia un attaccante che la Fiorentina non vede l'ora di liberare a zero senza che sia in scadenza di contratto.
E dunque, torniamo a domandarci: ma aveva senso acquistare tutta una serie di esterni, centrocampisti e incursori spendendo alla fine 150 milioni, senza comprare almeno un centravanti titolare? Le grandi difficoltá che il Milan sta palesando in zona gol costituiscono la miglior risposta. E non parliamo della sconfitta di S. Siro con mezza squadra fuori e un Borussia nettamente più forte, ma delle prime partite contro inglesi e tedeschi, quando il Milan aveva giocato nettamente meglio degli avversari, ma non aveva segnato nemmeno un gol. In quei 180 minuti si è compromessa la qualificazione, più che contro la squadra di Terzic a Milano.
Concludiamo infine con la grande responsabilitá di Pioli che ha spianato la strada al tecnico tedesco per la trionfale nottata giallonera a S. Siro. Lo abbiamo scritto più volte, soprattutto dopo il derby e dopo Parigi: quando una squadra è inferiore tecnicamente e atleticamente, tanto più se massacrata dalle assenze, l'allenatore dovrebbe avere l'umiltá tattica di coprirsi e provare a colpire in ripartenza, non lasciare tutti quegli spazi agli avversari, soprattutto se si tratta di velocisti come Bynoe-Gittens, Malen o Adeyemi. Giocare a viso aperto una partita cosi importante contro un avversario cosi forte non è segno di coraggio, ma incoscienza e inconsapevolezza dei propri limiti. A Terzic non sembrava vero di avere a disposizione tutti quegli spazi. E purtroppo questo è un errore nel quale Pioli, per presunzione, sta cadendo troppo spesso.
Qualcuno dovrebbe ricordargli che pochi mesi fa il Milan è arrivato in semifinale battendo Tottenham e Napoli giocando "difesa e contropiede", non andando all'arrembaggio con 7/8 uomini oltre la linea della palla. Speriamo che Pioli, almeno a Newcastle se lo ricordi, altrimenti rischia seriamente che sia l'ultima partita di Champions. Per il Milan quest'anno e soprattutto per lui.