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    Milan, il crollo è soprattutto mentale: il dato allarmante sull'approccio alle partite e lo spettro dello scorso anno

    Milan, il crollo è soprattutto mentale: il dato allarmante sull'approccio alle partite e lo spettro dello scorso anno

    • Andrea Distaso
    Tre indizi fanno una prova e quello contro il Napoli è stato il terzo ko nelle ultime 6 giornate di campionato: il segnale piuttosto lampante di un vistoso calo di rendimento che ha portato il Milan a dilapidare interamente il margine di vantaggio sull'Inter e scivolare in poche settimane a -4 dai campioni d'Italia in carica e a farsi agganciare al secondo posto dalla squadra di Spalletti. Dopo l'ultima sosta per le nazionali, più di qualcosa si è inceppato nei meccanismi della macchina allestita da Pioli, che paga una preoccupante sequenza di infortuni che ha colpito molti giocatori strategici. Se il tecnico emiliano ha voluto rispedire prontamente al mittente le accuse di un calo di natura atletica dovuto allo stato di usura dei "superstiti" e di alcune seconde linee, il mirino si sposta sulla sensazione diffusa di affanno mentale in cui i rossoneri sono piombati da una ventina di giorni a questa parte.

    PROBLEMA DI APPROCCIO - Una difficoltà tangibile a mettere sul campo, per 90 minuti e più, quella stessa energia che aveva caratterizzato la partenza a razzo nelle prime 12 giornate di Serie A. Che si riflette nella difficoltà nel leggere i momenti della partita se non di addirittura di approcciarla nella maniera migliore: quello di Elmas è infatti il sesto gol incassato dal Milan nei primi 20 minuti da inizio stagione e ben 4 di questi sono arrivati negli ultimi 6 turni, in concomitanza col periodo di flessione della formazione rossonera. Un motivo di riflessione molto serio, perché le partenze ad handicap contro Inter, Fiorentina, Udinese e Napoli hanno costretto una squadra non brillante a dover spendere energie supplementari per risalire la corrente. Operazione che può anche riuscire quando le gambe girano a mille e la consapevolezza è ai livelli massimi. Una condizione che in casa Milan si è improvvisamente smarrita, da quando il peso delle troppe defezioni contemporanee si è fatto impossibile da sopportare e che riporta alla memoria quanto accadeva circa un anno fa. 

    IL PARAGONE DI UN ANNO FA - Dopo un girone d'andata girato a 43 punti e davanti a tutti, dal febbraio 2021 Ibrahimovic e compagni  si inceppano, complici i soliti infortuni in sequenza, e subiscono il sorpasso in classifica da parte dell'Inter, che si materializza proprio in occasione del derby di ritorno dominato in lungo e in largo dagli uomini di Conte. Da quel momento in avanti, anche sotto l'aspetto psicologico il gruppo di Pioli ha dato la sensazione di accusare il colpo nel vedere un sogno, quello di un clamoroso scudetto, andare in frantumi. Quella stessa paura, quella stessa insicurezza, che sembrano essersi nuovamente impadroniti del Milan, capace di collezionare 33 punti nelle prime 11 giornate, salvo poi totalizzarne appena 6 nelle successive 7. Se tre indizi fanno una prova, forse è arrivato il momento di porsi il problema.

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