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    Milan, Ibra: 'Quando torno butto giù lo stadio. Smettere? Decido io. Mi danno del finito, così mi caricano'

    Milan, Ibra: 'Quando torno butto giù lo stadio. Smettere? Decido io. Mi danno del finito, così mi caricano'

    "Se torno presto? Questo è sicuro". Zlatan Ibrahimovic conferma che il rientro in campo, dopo lo stop per la sofferenza al tendine d'Achille, è più vicino. L'attaccante del Milan, ospite di 'Mi Casa' su Radio 105, ha parlato dei suoi infortuni: "Sono situazioni molto difficili. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop, negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso, anche con un infortunio grave. Ma è Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano".

    SERIE A - "Questo campionato mi sembra equilibrato. Chi è più forte da febbraio-marzo, vincerà, anche perché ora iniziano le partite europee per le altre. Quando sono arrivato io, la Serie A era diversa, era pieno di superstar, mentre oggi è più collettivo. Se vincessi con questa squadra mi darebbe più soddisfazione di dieci anni fa".

    GALLIANI - "Gli voglio troppo bene. Quando ero a Barcellona non ero felice e non avevo adrenalina. Adriano mi ha chiamato e mi ha detto: 'Questa volta torni in Italia e giochi nel Milan'. È venuto a casa mia e mi ha detto 'Non mi alzo finché non accetti'. È un gentleman, con lui e Berlusconi ero tornato felice. Le cose alla fine sono andate bene e abbiamo vinto. Quando sono andato via ero molto arrabbiato con lui, per otto mesi non ci siamo parlati. Gli ho detto: 'Vendi tutta la squadra, ma non Ibra'. Mi aveva promesso di non vendermi, poi in estate mi ha spiegato la situazione e mi hanno ceduto al PSG. Non ero felice...".

    RITORNO IN EUROPA - "Non dovevo tornare. Sono andato in America perché venivo da un infortunio grave e là è andata benissimo. Mino (Raiola, ndr) mi ha manipolato (ride, ndr) e mi ha convinto a venire qui, non era programmato. In Europa era tutto fermo, serviva il terremoto Zlatan".

    FUTURO - "Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Per il futuro vediamo. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore... Qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

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