Milan, i numeri inquadrano il vero problema di Leao: Pioli deve correre ai ripari
Il dibattito è aperto e ad alimentarlo ha contribuito Arrigo Sacchi, con un’analisi severa ed impietosa nei confronti dei problemi palesati dal Milan nella sua proposta di gioco: "Leao ha fatto un bel gol (col Verona, ndr), ma oggi il Milan esiste soprattutto per il portoghese e questo è un limite. Leao, con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro del gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo”. Un giudizio destinato a creare nuove polemiche circa il rendimento dell’attaccante portoghese in questo inizio di stagione, insignito di una centralità ancora più evidente con l’assegnazione della mitica maglia numero 10 e di un nuovo contratto da 7 milioni di euro a stagione. Un giudizio che non tiene tuttavia conto, probabilmente, di una serie di statistiche che sembrano dire altro: il problema semmai è quello di un Milan che non sta sfruttando appieno il potenziale del suo giocatore di maggiore qualità e che non sta in generale producendo una fase offensiva all’altezza della situazione. Indipendentemente dal fatto che siano arrivati nuovi giocatori ed in particolare due - Reijnders e Pulisic - molto sollecitati dai compagni.
MILAN-VERONA: I NOSTRI TOP E FLOP
E' MENO COINVOLTO - Guardiamo alle ultime tre stagioni: la 2021/2022, quella dell’ultimo scudetto rossonero (per il quale il contributo di Leao è stato enorme, soprattutto nella volata finale), quella scorsa e quella appena partita. Nella quale il classe ‘99 ha già eguagliato in termini realizzativi l’avvio del precedente campionato - 3 reti nelle prime 5 partite - ma riservando numeri diversi dal punto di vista del coinvolgimento da parte dei compagni: per esempio, citando i dati forniti da Kickest, i tiri tentati sono 9 (uno ogni 45 minuti circa), contro i 92 dello scorso anno (uno ogni ogni 26.4 minuti) e i 97 di quello prima (uno ogni 27’). Anche in termini di dribbling, pezzo pregiato della collezione di Leao, il piatto piange rispetto agli ultimi due campionati presi in esame: ad oggi, il numero 10 rossonero ne ha tentati 24 - uno ogni 16.79 minuti - contro i 149 della stagione 2022/23 (uno ogni 16.3 minuti) e i 163 della 2021/22 (uno ogni 16 minuti). E chiudiamo coi passaggi effettuati, con una media rimasta sostanzialmente invariata, passata da uno ogni 3.07 minuti della cavalcata tricolore a quella di uno ogni 3.66 delle prime 5 partite dell’attuale campionato. Da evidenziare poi come, dopo le prime tre partite, le cifre relative al coinvolgimento del portoghese nella fase d’attacco fossero in miglioramento rispetto allo scorso anno, con 45 palloni toccati per partita (contro i 38) e le 2.3 occasioni per gara contro una media di 1.4. Prima del crollo nelle ultime due partite, in cui l’involuzione del gioco di Pioli è apparsa chiara rispetto ai riscontri contro Bologna, Torino e Roma.
KRUNIC KO, E' EMERGENZA INFORTUNI
IL VERO PROBLEMA - Sacchi lamenta una scarsa partecipazione di Leao alla fase di non possesso e su questo i dati sembrano dargli ragione: nel 2021/2022 aveva sommato un totale di 31 tra palloni rubati ed intercettati (uno ogni 84’), passando per il miglioramento dell’ultimo anno - uno ogni 65.6’ - e arrivando alle statistiche attuali, con appena 3 palle rubate. I numeri sono numeri, ma non è detto che inquadrino con precisione il vero problema e soprattutto le caratteristiche del calciatore: chiedere al portoghese di sacrificarsi ulteriormente e poi essere risolutivo nella metà campo opposto è una forzatura e non inquadra la difficoltà principale di una squadra capace di andare a segno due volte negli ultimi 270 minuti tra campionato e Champions League. Una squadra che nell’appuntamento più complicato di questo avvio, il derby perso nettamente contro l’Inter, ha fatto toccare a Leao la metà dei palloni di capitan Calabria. Su questo c’è indubbiamente da lavorare perché anche qui non ingannino i 3 gol consecutivi in Serie A, gli stessi dell’ultimo campionato, uno in più di quello scudetto.
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E' MENO COINVOLTO - Guardiamo alle ultime tre stagioni: la 2021/2022, quella dell’ultimo scudetto rossonero (per il quale il contributo di Leao è stato enorme, soprattutto nella volata finale), quella scorsa e quella appena partita. Nella quale il classe ‘99 ha già eguagliato in termini realizzativi l’avvio del precedente campionato - 3 reti nelle prime 5 partite - ma riservando numeri diversi dal punto di vista del coinvolgimento da parte dei compagni: per esempio, citando i dati forniti da Kickest, i tiri tentati sono 9 (uno ogni 45 minuti circa), contro i 92 dello scorso anno (uno ogni ogni 26.4 minuti) e i 97 di quello prima (uno ogni 27’). Anche in termini di dribbling, pezzo pregiato della collezione di Leao, il piatto piange rispetto agli ultimi due campionati presi in esame: ad oggi, il numero 10 rossonero ne ha tentati 24 - uno ogni 16.79 minuti - contro i 149 della stagione 2022/23 (uno ogni 16.3 minuti) e i 163 della 2021/22 (uno ogni 16 minuti). E chiudiamo coi passaggi effettuati, con una media rimasta sostanzialmente invariata, passata da uno ogni 3.07 minuti della cavalcata tricolore a quella di uno ogni 3.66 delle prime 5 partite dell’attuale campionato. Da evidenziare poi come, dopo le prime tre partite, le cifre relative al coinvolgimento del portoghese nella fase d’attacco fossero in miglioramento rispetto allo scorso anno, con 45 palloni toccati per partita (contro i 38) e le 2.3 occasioni per gara contro una media di 1.4. Prima del crollo nelle ultime due partite, in cui l’involuzione del gioco di Pioli è apparsa chiara rispetto ai riscontri contro Bologna, Torino e Roma.
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IL VERO PROBLEMA - Sacchi lamenta una scarsa partecipazione di Leao alla fase di non possesso e su questo i dati sembrano dargli ragione: nel 2021/2022 aveva sommato un totale di 31 tra palloni rubati ed intercettati (uno ogni 84’), passando per il miglioramento dell’ultimo anno - uno ogni 65.6’ - e arrivando alle statistiche attuali, con appena 3 palle rubate. I numeri sono numeri, ma non è detto che inquadrino con precisione il vero problema e soprattutto le caratteristiche del calciatore: chiedere al portoghese di sacrificarsi ulteriormente e poi essere risolutivo nella metà campo opposto è una forzatura e non inquadra la difficoltà principale di una squadra capace di andare a segno due volte negli ultimi 270 minuti tra campionato e Champions League. Una squadra che nell’appuntamento più complicato di questo avvio, il derby perso nettamente contro l’Inter, ha fatto toccare a Leao la metà dei palloni di capitan Calabria. Su questo c’è indubbiamente da lavorare perché anche qui non ingannino i 3 gol consecutivi in Serie A, gli stessi dell’ultimo campionato, uno in più di quello scudetto.