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I giovani valorizzati e il contratto, le difficoltà superate a Roma e lo stile: tutti i pro e i contro di Fonseca al Milan
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MILAN, LOPETEGUI IN STAND-BY: OCCHI SU FONSECA E DE ZERBI
FONSECA C’E’ - La candidatura, come anticipato da Calciomercato.com, di Paulo Fonseca è in netta risalita. Ci sono anche altre opzioni caldeggiate dagli uomini di fiducia di Cardinale come Mark Van Bommel, per il quale sta spingendo il senior advisor Ibrahimovic, come Roberto De Zerbi (la cui problematica riguarda la clausola rescissoria da 14 milioni di euro, cifra che non ha ancora permesso l’inizio di una trattativa), ma, in ogni caso, i dialoghi con Fonseca sono continui, oltre che proficui. Infatti, nel corso delle ultime settimane, sono già andati in scena dei contatti informali sia con l’agente Marco Abreu che con un’agenzia che può fungere da intermediaria dell’eventuale operazione. Ma la domanda da porsi è una: perché il Milan apprezza così tanto Fonseca?
IDENTIKIT PRECISO – Ripartiamo da una base. Il Milan desidera un tecnico che abbia un preciso identikit, che segua queste cinque regole precise:
- Serve che riporti entusiasmo e nuove idee di gioco riconoscibili
- Serve un tecnico che si erga a leader
- Serve un allenatore diminuisca gli infortuni e che valorizzi i giovani
- Serve un mister che migliori la gestione del doppio impegno
- Serve una persona che rispetti l’aspetto comunicativo della società
CONTRATTO – Fonseca, lo ribadiamo, è fra i nomi con i quali il Milan ha già avuto contatti. Sondaggi, informazioni esplorative, anche se , in sostanza, era considerato la prima reale alternativa a Lopetegui. Attualmente, è difficile capire chi sia concretamente in pole per la panchina rossonera, ma possiamo comprendere i motivi che spingono Fonseca verso il Milan. Il 51enne tecnico portoghese è l’attuale tecnico del Lille – in forza dal 2022 - ma è al capolinea della sua avventura con Les Dogues. Il suo contratto, infatti, è in scadenza al 30 giugno 2204 e il rinnovo è lontano dall’essere all'ordine del giorno. Le sue ultime dichiarazioni, inoltre, portano a pensare come sia pronto a cambiare aria: “ Il mio futuro non è importante, il futuro del Lille è sicuramente più importante. Sono totalmente concentrato sulle prossime quattro partite. So cosa farò il prossimo anno? Non ho deciso". Parole che lasciano trasparire un destino lontano dalla Francia.
IDEA DI GIOCO – Ma torniamo all’identikit. Punto 1: servono idee di gioco e rinnovato entusiasmo. Seppur il profilo non scaldi l’ambiente rossonero, Fonseca è un tecnico che, sia in patria che in Ucraina, ha saputo portare le proprie squadre a vincere, a trionfare in campo nazionale. A livello tattico, con Fonseca, il Milan può andare avanti a giocare con il 4-2-3-1, vale a dire lo stesso modulo usato in queste stagioni da Stefano Pioli, anche se con caratteristiche diverse. Con il Lille alterna il 4-2-3-1 al 4-3-3, punta sul possesso palla, pressa a tutto campo e il gioco si sviluppa soprattutto sulle corsie laterali. Il suo modulo, tuttavia, è senza dogmi, visto che il portoghese può anche variare nel 4-4-2 o al 4-3-3 a seconda di avversari e assenze. Le sue formazioni cercano sempre di giocare un bel calcio e hanno il coraggio di pressare alto gli avversari. In Francia, d’altronde, sta esprimendo a pieno le sue idee: in questa stagione, il Lille ha già totalizzato 22 clean sheet in tutte le competizioni. Nei principali cinque campionati europei soltanto l'Inter, con 25, è riuscita a far meglio. Un'impermeabilità difensiva che ha permesso alla squadra di stabilire il proprio record di partite consecutive senza sconfitte in casa: 22 in tutte le competizioni. Continuità tattica, dunque, ma rinnovato solidità difensiva, per un calcio fresco e dinamico con un’identità positiva, offensiva ed equlibrata.
COME PUO’ GIOCARE IL MILAN CON FONSECA
VALORIZZAZIONE E GESTIONE – Il vincitore del premio di miglior allenatore dell'anno in Ligue 1 (riconoscimento attribuitogli anche già nel passato campionato) sta consolidando uno degli aspetti fondamentali per il Milan: la valorizzazione dei giovani. Fonseca, solo in Francia, ha infatti lanciato e valorizzato molti giovani talenti, come Lucas Chevalier, Leny Yoro, Bafodé Diakité, Carlos Baleba (poi venduto per 30 milioni al Brighton), Angel Gomes e Ayoubb Bouaddi, quest'ultimo fatto debuttare a soli 16 anni, ma non è nuovo a questi lanci di giovani in prima squadra. Già alla Roma, nei suoi due anni, ha dato spazio a talenti come Edoardo Bove e Nicola Zalewski, passando per Riccardo Calafiori, ora cercato dalla Juventus e punto di forza del Bologna di Thiago Motta che punta la qualificazione alla prossima Champions League. Inoltre, Fonseca è un profilo internazionale che conosce la Serie A, particolare tutt’altro che secondario nelle valutazioni del Milan. A livello di infortuni, tra l’altro, spulciando le annate giallorosse, i numeri di problematiche di carattere muscolare sono minori rispetto a quanto successo negli ultimi anni a Milanello. I problemi principali, infatti, tralasciando Pastore e Zaniolo che ebbero infortuni di carattere diverso, furono Smalling, Calafiori e Spinazzola. Un aspetto che dimostra la cura della gestione in seno allo staff di Fonseca.
LEADER E COMUNICAZIONE – Infine, non si può trascurare l’importanza che il futuro tecnico rossonera debba essere un leader che sappia utilizzare e rispettare perfettamente lo stile e l’eleganza comunicativa rossonera. Impossibile, quindi, non sottolineare come Fonseca abbia saputo gestire casi complicati in Italia come la lite avuta con Edin Dzeko, che ha portato il bosniaco a perdere la fascia di capitano (decisione dell'allenatore portoghese accordata con la società) o come l’addio di Gianluca Petrachi, suo precedente direttore sportivo alla Roma, durante l’avvento dei Friednìkin nella Capitale. Tante situazioni complesse gestite al meglio delle proprie abilità, con calma, eleganza e professionalità, tutti aspetti che non lasciano indifferenti i vertici di casa Milan. Uno stile che si addice alle idee di Cardinale, un’idea di gioco riconoscibile, una gestione precisa del gruppo, una figura che sappia districarsi nelle situazioni più difficili, tutti pro a favore di Fonseca.
I CONTRO – Ma come esistono i pro, bisogna far luce sui contro. Al di là dell’esperienza internazionale in giro per l’Europa, a fomentare i dubbi è proprio quella parte di tifo rossonero che ha già fatto saltare in banco con Lopetegui, grazie all’invasione social dell’hashtag #Nopetegui. Le ambizioni della piazza rossonera sono notevoli, tali da ritenere come nemmeno Fonseca sia nemmeno all’altezza di un grande club come il Milan, tanto da lanciare anche #Nonseca su X. I dubbi del tifo del Diavolo possono portare a un nuovo ribaltone? Difficile prevederlo. Certo che, sul taccuino delle riflessioni in Via Aldo Rossi, ci sono segnati altri due dubbi principali: la personalità e la tenuta difensiva. Fonseca alla Roma ha dimostrato grande pacatezza nelle dichiarazioni pubbliche e buon senso nella gestione di situazioni complesse. Tuttavia, non ha mai tenuto in mano lo spogliatoio di una grande squadra, seppur nella Capitale si sia fatto leader di una formazione che aveva appena perso un capitano come De Rossi. Tra la Ligue 1 e San Siro, in ogni caso, la differenza è enorme. Difensivamente, poi, le sue squadre hanno alti e bassi. Il suo primo Lille ha chiuso con la sesta difesa del campionato transalpino, dato nettamente migliorato solo in questo torneo. La sua ultima Roma, addirittura, subì 58 gol: decima difesa in Serie A. Pro e contro, dunque, ma il Milan deve sciogliere il nodo tecnico in fretta e Fonseca continua a prendere quota come opzione per il ‘24/’25.