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Milan, Fonseca non ci sta e punta il dito contro i giocatori: ecco chi rischia per l’Udinese
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Paulo Fonseca é ancora molto arrabbiato per quanto visto in campo nell’ultima sconfitta contro la Fiorentina, non sono bastate due settimane di sosta per far sbollire. Il tecnico portoghese si è presentato in conferenza stampa con il chiaro obiettivo di mettere i giocatori davanti alle proprie responsabilità. Non ci sta a passare per quello che non si fa rispettare. In questo momento conta più la disciplina e il rispetto delle regole rispetto a ogni discorso tattico. Perché quanto visto a Firenze, con il caso rigori ha fatto il giro del mondo, è inaccettabile per un club come il Milan.
IN CASTIGO - Se c’è un giocatore che più ha ferito Fonseca quello è sicuramente Abraham. Il tecnico portoghese aveva spinto tanto per averlo la scorsa estate nonostante arrivasse da una stagione passata più ai box che in campo. Pronti e via l’ha buttato subito in campo, senza nemmeno un allenamento fatto con la squadra, nella partita dell’Olimpico contro la Lazio. Gli aveva consegnato una maglia da titolare e la sua fiducia incondizionata. Contro la Fiorentina, ultima partita prima della sosta,Tammy si è fatto prendere dal suo desiderio di rivalsa, anteponendo l’interesse personale a quello di squadra. E ha sbagliato per ben tre volte: non ha rispettato le indicazioni dell’allenatore, si è disinteressato della ramanzina dello stesso tra primo e secondo tempo alla squadra per il rigore sottratto da Theo Hernanez a Pulisic, ha calciato il secondo penalty - anche questo sottratto all'americano- come peggio non si potesse fare.
NON FINISCE QUI - Domani contro l’Udinese l’attaccante inglese siederà in panchina insieme all’amico Tomori, reo di aver sottratto il pallone dalla disponibilità di Pulisic che era il rigorista designato. Per entrambi, dunque, una sorta di castigo che vuole essere anche un messaggio rivolto a tutti: chi sbaglia ora paga senza se e senza ma.
IN CASTIGO - Se c’è un giocatore che più ha ferito Fonseca quello è sicuramente Abraham. Il tecnico portoghese aveva spinto tanto per averlo la scorsa estate nonostante arrivasse da una stagione passata più ai box che in campo. Pronti e via l’ha buttato subito in campo, senza nemmeno un allenamento fatto con la squadra, nella partita dell’Olimpico contro la Lazio. Gli aveva consegnato una maglia da titolare e la sua fiducia incondizionata. Contro la Fiorentina, ultima partita prima della sosta,Tammy si è fatto prendere dal suo desiderio di rivalsa, anteponendo l’interesse personale a quello di squadra. E ha sbagliato per ben tre volte: non ha rispettato le indicazioni dell’allenatore, si è disinteressato della ramanzina dello stesso tra primo e secondo tempo alla squadra per il rigore sottratto da Theo Hernanez a Pulisic, ha calciato il secondo penalty - anche questo sottratto all'americano- come peggio non si potesse fare.
NON FINISCE QUI - Domani contro l’Udinese l’attaccante inglese siederà in panchina insieme all’amico Tomori, reo di aver sottratto il pallone dalla disponibilità di Pulisic che era il rigorista designato. Per entrambi, dunque, una sorta di castigo che vuole essere anche un messaggio rivolto a tutti: chi sbaglia ora paga senza se e senza ma.
ARIA DI RIVOLUZIONE - Della situazione di Tomori ed Abraham se ne parla da giorni e l’offensiva di Fonseca conferma quanto raccontato nei giorni scorsi. Attenzione, però, alle possibili sorprese: il tecnico portoghese ha lasciato intendere di essere molto arrabbiato anche con altri giocatori. Paulo si è sentito tradito e ora non ci sta più a passare per la vittima sacrificale. Contro l’Udinese potrebbe scendere in campo un Milan completamente nuovo, c’è aria di rivoluzione. E sono in tanti a tremare. Tra questi c'è pure Rafael Leao, che in settimana aveva rilasciato dichiarazioni scivolose al quotidiano A Bola dopo la partita tra Portogallo e Scozia. Elogiando la scelta del ct Roberto Martinez di concedergli più libertà tattica e di farlo esprimere al meglio. Frasi che sin dall'inizio sono apparsi come una critica indiretta ai recenti accorgimenti tattici di Fonseca e del suo Milan, con un Leao utilizzato come esterno a tutta fascia e costretto a faticose rincorse all'indietro.
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