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Milan, che fine hanno fatto i giocatori del 2003?
Scorri la nostra GALLERY per vedere che fine hanno fatto i giocatori del Milan che hanno disputato l'euroderby in semifinale di Champions.
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Christian Abbiati: in campo nella partita di ritorno e decisivo con la parata su Kallon. Nel 2017 l'addio al calcio e il ruolo da team manager dei rossoneri, nel 2018 chiude però con il calcio. Da sempre appassionato di moto, è amministratore delegato d ella Gate32, una concessionaria di Harley-Davidson a Milano.
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Alessandro Costacurta: terzino destro nel doppio confronto. Lascia il calcio nel 2007 e, dopo una breve parentesi da collaboratore tecnico del Milan (2007-08) e da allenatore del Mantova (ottobre 2008-febbraio 2009) diventa commentatore e opinionista per Sky.
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Alessandro Nesta: perno della difesa nelle due sfide, lascia il Milan nel 2012 per poi ritirarsi nel 2014 (dopo le avventure al Montréal Impact e al Chennaiyin). Allena prima i canadesi poi Miami FC, Perugia e ultimo Frosinone. Nel 2022 diventa opinionista delle gare di Champions League per Prime Video.
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Paolo Maldini: difensore, capitano, leggenda da giocatore. La storia con il Milan si interrompe in campo nel 2009 dopo 647 partite, fonda nel 2015 Miami FC con Riccardo Silva ma nel 2018 riprende il filo con i rossoneri. Torna da dirigente e si è già tolto le prime soddisfazioni, con lo scudetto conquistato la scorsa stagione.
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Kakhaber Kaladze: terzino sinistro di copertura, nel 2010 lascia il Diavolo e due anni più tardi, con la maglia del Genoa, il calcio. Dopo il ritiro intraprende la carriera politica: nel 2012 è eletto deputato e nominato Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali, lo stesso anno viene nominato secondo vicepremier, nel 2017 si candida a sindaco di Tbilisi e vince.
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Clarence Seedorf: mezzala di qualità ed ex sempre temuto dall'Inter. Lascia il Milan nel 2012 dopo dieci anni e va a chiudere la carriera in Brasile, al Botafogo. Torna da allenatore, dopo l'esonero di Allegri, nel 2014, ma dopo pochi mesi finisce anche questa avventura. Non quella da allenatore, che prosegue sulle panchine di Shenzhen, Deportivo La Coruna e Camerun. Oggi è commentatore e opinionista della Champions per Prime Video.
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Andrea Pirlo: il cervello del Diavolo, prima di lasciarlo nel 2011, dopo lo scudetto con Allegri, per passare alla Juventus e vincere per altri quattro anni. Da lì altri due anni a New York prima del ritiro e dell'inizio della carriera da allenatore. Proprio i bianconeri gli offrono la prima occasione alla guida dell'Under 23 nel 2020, ma dopo l'esonero di Sarri gli affidano la guida della prima squadra. Un solo anno, in cui vince Supercoppa e Coppa Italia che non bastano per la conferma. Dopo un anno di attività, nel 2022, torna in sella e prende le redini del Fatih Karagumruk in Turchia.
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Gennaro Gattuso: il cuore e i polmoni del Milan. Lascia i rossoneri tra le lacrime nel 2012 e si concede ultimi scampoli di gioco in Svizzera, al Sion, dove poi comincia anche la carriera dell'allenatore che lo porta sulle panchine di Palermo, OFI Creta e Pisa. Nel 2017 torna al Milan per guidare la Primavera, ma lo stesso anno subentra a Vicenzo Montella alla guida della prima squadra e vi resta fino al 2019. A dicembre dello stesso anno il Napoli lo chiama per sostituire Carlo Ancelotti, due anni alla guida degli azzurri prima dell'arrivo di Spalletti. Quest'anno ci ha riprova a Valencia ma l'esperienza termina in maniera brusca.
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Manuel Rui Costa: cinque anni da 10 del Milan, che lascia nel 2006 per disputare gli ultimi due anni da calciatore nel suo Benfica, di cui diventa direttore sportivo il giorno dopo l'annuncio del ritiro. Vince sei campionati portoghesi, due Coppe del Portogallo, sette Coppe di Lega e quattro Supercoppe portoghesi. A luglio 2021 viene nominato presidente del club sostituendo Luis Filipe Vieira, arrestato con l'accusa di frode fiscale e riciclaggio di denaro.
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Filippo Inzaghi: Superpippo lascia il calcio tra le lacrime di San Siro nel 2012, ma non il Milan con cui intraprende la carriera da allenatore. Un anno con gli Allievi Nazionali, una stagione con la Primavera per poi guidare nel 2014/15 la prima squadra, senza però particolare successo. Inizia allora la gavetta che lo porta a Venezia (2016-18), Bologna (2018-19), Benevento (2019-21) e Brescia (2021-22). Oggi guida la Reggina in Serie B.
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Andriy Shevchenko: il re dei derby, l'incubo dei tifosi dell'Inter. E mattatore proprio dell'ultimo euroderby in semifinale. Nel 2006 lascia il Milan per il Chelsea, torna per una breve e infruttuosa parentesi nel 2008-09 per poi appendere gli scarpini al chiodo alla Dinamo Kiev nel 2012. Nel 2016 comincia la carriera da allenatore come assistente del ct ucraino Fomenko, di cui prende il posto a luglio dello stesso anno: porta l'Ucraina allo storico traguardo dei quarti di finale di Euro 2020 e ad agosto 2021 lascia la nazionale. A novembre viene nominato nuovo tecnico del Genoa, ma a gennaio viene sollevato dall'incarico dopo una sola vittoria in 11 partite complessive. Si muove in politica, aderendo al partito Ucraina-Avanti, nel 2018 è stato opinionista di Dazn.
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Massimo Ambrosini: non una subentrato, ma un titolare aggiunto per il Milan nell'euroderby di ritorno del 2003. Lascia i rossoneri tra le polemiche nel 2013 e gioca un ultimo anno alla Fiorentina. Non torna più nel calcio da dirigente o da allenatore, ma si lancia subito nel mondo televisivo diventando opinionista nelle trasmissioni di Sky Sport. Nel 2021 lascia l'emittente satellitare per passare a Dazn ed entra anche a far parte della squadra di Prime Video per le telecronache di Champions. Da una sua idea nasce il lungometraggio di Dazn
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Serginho: subentra in entrambi gli euroderby del 2003 per incidere con il suo mancino. Lascia il calcio giocato nel 2018 ma resta nel Milan come osservatore. Nel 2017 segue Leonardo come suo vice all'Antalyaspor, con le dimissioni del brasiliano lascia anche lui. Si lancia nel mondo delle procure come agente e intermediario, ad esempio nell'operazione che porta Leo Duarte a Milano.
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Cristian Brocchi: subentra nel derby di ritorno del 2003. Dopo l'addio al Milan nel 2008, gioca per alla Lazio per altre cinque stagioni prima di ritirarsi e tornare in rossonero come allenatore delle giovanili, un anno con gli Allievi e poi due con la Primavera. Subentra a Mihajlovic alla guida della prima squadra, poi Brescia, Jiangsu Suning come vice, tre anni al Monza e poi Vicenza, da cui viene esonerato nell'aprile del 2022.
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Dida: difende i pali nell'euroderby d'andata nel 2003. Il brasiliano lascia i rossoneri nel 2010 e resta fermo fino al 2012, anno in cui torna a giocare con il Portuguesa, poi Gremio e infine Internacional, con cui si ritira nel 2015. Nel 2016 è collaboratore tecnico dello Shenzhen, poi prende con forza la direzione di preparatore dei portieri: lo fa al Pyramids nel 2018-19 prima di tornare in rossonero e preparare gli estremi difensori dell'Under 17 prima (2019-20) e della prima squadra poi fino alla scorsa stagione, quando decide di salutare nuovamente il Diavolo.
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Fernando Redondo: talento di cristallo, anche per fragilità. Gioca uno scampolo di gara nell'andata del 2003, una delle sole 16 presente collezionate nei quattro anni al Milan prima dell'addio al calcio. Da cui si è staccato completamente, ritirandosi a vita privata.
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Rivaldo: un solo anno in rossonero per il brasiliano, in campo nel finale del match d'andata, ma è bastato per entrare nel cuore dei tifosi del Diavolo. Dopo l'addio al Milan si gode ancora 12 anni di esperienze tra Cruzeiro, Olympiacos, AEK Atene, Bunyodkor, San Paolo, Kabuscorp, Sao Caetano e Mogi Mirim. E' stato prima allenatore e poi direttore sportivo del Charoub Mohammadia, club marocchino, per poi trasformarsi in opinionista sportivo.