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    Milan e Svizzera, Okafor in panchina è una costante: perché non gioca mai, le idee di club e Fonseca

    Milan e Svizzera, Okafor in panchina è una costante: perché non gioca mai, le idee di club e Fonseca

    • Simone Gervasio
    Nella Svizzera che veleggia verso la sfida agli ottavi di finale contro l'Italia, c'è una sola nota stonata. La squadra del ct Yakin ha sorpreso nella fase a gironi degli Europei, per poco non scuciva il primo posto alla Germania e ha fatto tutto ciò senza uno dei suoi giocatori più importanti. Noah Okafor infatti non ha disputato un singolo minuto a Euro 2024, un caso singolare se si pensa che l'attaccante del Milan arriva da una stagione in rossonero, la sua prima, comunque positiva.

    NUMERI - Sotto la gestione Pioli, ha saputo ritagliarsi il suo spazio e nonostante la folta concorrenza davanti, ha messo a segno 6 gol, servito 3 assist e giocato 36 gare in tutte le competizioni. Nella Svizzera che gira con degli ingranaggi perfetti, il punto debole potrebbe essere proprio la mancanza di un vero e proprio stoccatore in avanti ma, pur avendolo convocato, Yakin di Okafor sembra non fidarsi. Perché? Tante le ipotesi, poche le certezze.

    INUTILIZZATO - Anzitutto, il suo non utilizzo è riconducibile a una questione tattica. Yakin vede Okafor come un'ala o, soprattutto, come una seconda punta. Motivo per cui nel suo 3-4-2-1 di spazio per lui non ce n'è. Anche il rapporto tra i due pare non sia decollato. Secondo spifferi provenienti dal ritiro svizzero e riportati da Tuttosport, l'attaccante si starebbe allenando con poca costanza, a un ritmo blando e con un'attitudine che non ha fatto ricredere il ct. Questi lo vede insomma non come un'imprescindibile ma come uno che può spaccare la partita in corso, un po' anarchico, un giocatore che ha bisogno di spazi e di determinate circostanze in campo per rendere. L'aveva detto anche in presentazione della spedizione tedesca: "Non lo vedo molto come un numero 9 che deve giocare spalle alla porta. Gli manca un po’ il timing nei movimenti e poi raramente è titolare con il suo club. Troppo importante giocare spesso, il suo scarso minutaggio non è ottimale". Alle parole poi ha fatto seguire i fatti e, prima di lui, ha schierato Duah, Vargas, Shaqiri, Ndoye, Embolo e Amdouni. Messaggio chiaro.

    FUTURO - Eppure il classe 2000 c'era l'ultima volta che Svizzera e Italia si sono affrontate nel girone che avrebbe portato loro ai Mondiali e noi agli spareggi. Fu quella una delle sue prime dimostrazioni di come, quando parte dall’esterno per accentrarsi, sappia fare male. Secondo Antonio Manicone, ex vice commissario tecnico della Svizzera che ha parlato a Sport Mediaset, Yakin non lo schiera perché cerca movimento da parte degli attaccanti e soprattutto lavoro intenso in fase difensiva. In quel senso Okafor dà meno garanzie rispetto alle altre punte. Un segnale insomma anche per Fonseca che pretenderà da lui maggiore impegno. Il portoghese eviterà la difesa a 3 al Milan e si manterrà sulla scia del 4-3-3 di Pioli: una buona notizia per lo svizzero che ha un contratto coi rossoneri fino al 2028. Meno buona invece la sensazione che il club stia cercando una, o forse anche due prime punte. In Italia Okafor ci era arrivato un po' come vice Giroud e un po' come vice Leao: se quest'ultimo resterà un pilastro anche del prossimo Milan, il primo invece ha già salutato. Ci sarebbe quindi un posto libero ma sarà presto occupato e quindi, come con la Svizzera, anche con il Milan il rischio concreto è che nei prossimi mesi Okafor spenderà tanto tempo ancora seduto in panchina.

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