
Milan e Inter, un progetto alternativo rivoluzionario. Il nuovo San Siro interrato: costi, tempistiche e dettagli
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IL PROGETTO - L’ultima ipotesi nata, come riporta anche Calcio&Finanza, è quella partorita dell’architetto Davide Bruno – fondatore dello studio Ion Fund – che ha presentato un’idea rivoluzionaria per il futuro dell’impianto co-abitato da rossoneri e nerazzurri. L’opzione “A disruptive vision and masterplan San Siro park and stadium”, nella visione di Bruno, prevederebbe la costruzione di una struttura al di sotto del livello stradale.
I DETTAGLI – Nella possibile realizzazione del progetto, diventa evidente come lo stadio milanese venga interrato nel sottosuolo. Un fatto che determinerebbe la presenza di nuovi elementi strutturali:
- in primis, ci sarebbero delle rampe di accesso pedonale che permetterebbero di raggiungere lo stadio e l’anello commerciale costellato da quattro piazze ipogee dalle principali via all’esterno;
- la stessa piazza ipogea consentirebbe il flusso pre-accesso allo stadio;
- nella costruzione, ci sarebbe una zona di accoglienza con ristoranti, musei e uno shop dei due club;
- presente nell’ipotesi dell’architetto Bruno, anche una zona di ricovero per il campo verde dove i pannelli contenenti i campi in erba sarebbero sistemati con un sistema di spostamento meccanico per il loro mantenimento;
- con la stessa metodologia, ci sarebbe una zona di ricovero per eventi dove verrebbero depositati tutti quegli elementi necessari all’utilizzo dello stadio nella sua interezza;
- spazio anche un parcheggio multipiano con differenti accessi per velocizzare l’afflusso di tutti i veicoli;
- oltre a ciò, pronto un collegamento diretto con la metropolitana lilla adiacente allo stadio;
- ampia disponibilità per un anello commerciale che circonda tutto l’impianto con l’inserimento di varie attività commerciali e una boutique hotel che si affaccerebbe direttamente sul rettangolo verde di gioco.
LE DICHIARAZIONI – L’architetto Bruno ha parlato così, come riportato da Calcio&Finanza, durante l’evento: “Un elemento dirompente, una visione inedita di quello che potrebbe essere lo stadio di San Siro. Ci vogliono coraggio e determinazione per prendere in carico un’idea di questa portata perché è un sistema che dovrebbe potere inglobare una serie di pertinenze che fanno riferimento a proprietà private. Un’idea che vedrebbe il coinvolgimento di 37 ettari di terreno, un parco gigantesco da restituire alla città di Milano a dispetto di nuovi sistemi di congestione che non vedrebbero una risoluzione totale di uno stadio che si evolve nel tempo e che garantisca in futuro di ridurre obsolescenza e manutenzione”
IDEA RIVOLUZIONARIA - “Un’idea rivoluzionaria – continua Bruno - che vedrebbe lo stadio di San Siro in una forma ipogea, l’impianto scomparirebbe. I tifosi diventerebbero furiosi, per l’assenza di un processo di spettacolarizzazione, ma abbiamo un obbligo verso il pianeta, il Paese e Milano: vedere un sistema ipogeo che restituisca e faccia prevalere il mondo della natura. Parliamo di 20mila alberi, 500mila fiori, 7km di piste e percorsi pedonali che vedrebbero una restituzione di un luogo dove San Siro potrebbe avere le stesse caratteristiche di comfort”.
SISTEMA DIVERSO - “Provate a immaginare – prosegue Bruno - la riduzione a 0 decibel della rumorosità, della temperatura a sistema controllato e dell’umidità relativa. Questa visione ci permetterebbe di utilizzare per 24 ore al giorno un parco per diverse funzioni. Sappiamo che uno stadio non può essere relegato alle sole partite di calcio. Ci sono logiche di intervento che vedrebbero la ricettività, l’hotellerie e tutto un sistema funzionale al mondo del calcio in termini rivoluzionari”.
LA PARTE ESTERNA - “Abbiamo previsto una torre, la più alta in Italia, di 268 metri, che vedrebbe le pertinenze legate ai sistemi della residenza, degli uffici e di tutto quello che è legato al mondo sportivo. Recuperiamo in modo rispettoso un anello e una torre dello stadio di San Siro e non lo vedremmo necessariamente scomparire, perché la realtà aumentata e l’AI ci consentirebbero di vedere e immaginare tutte le volte in cui io mi affaccio allo stadio di San Siro quell’icona che non ci abbandonerà mai. Icona che richiede rispetto, ma che dovrebbe lasciare spazio a una visione innovativa di come deve essere concepito uno stadio di calcio da qui ai prossimi 400 anni”.
BENEFICI - “Gli spettatori e i tifosi non staranno soltanto a livello ipogeo. Le partite di calcio dovrebbero essere immaginate riportate fuori dallo stadio, il beneficio sarebbe di tutti coloro che frequenteranno il parco. Che potranno con dei totem, quasi a livello primordiale, vedere con realtà aumentata e megaschermi tutto quello che accade sotto lo stadio. Riusciremmo anche a risolvere i problemi di manutenzione di uno stadio di questa portata nei prossimi anni. Non ci possiamo più permettere le grandi cattedrali, con impianti che diventano obsoleti dopo 50-70 anni con processi di manutenzione molto costosi. Questo progetto garantirebbe invece una grande capacità calmierata di gestione di facility estremamente rigorosa”.
IL TERRENO E IL CAMPO DA GIOCO - “In un progetto come questo abbiamo un sistema di turnover continuo. Il processo di umidità e di regolazione della pressione atmosferica garantisce un pieno livello di comfort del terreno. Abbiamo due campi di calcio, uno archiviato e uno di gioco. Abbiamo depositato anche in modo automatico il sistema allestitivo che può trasformare il terreno in campi di rugby, basket, volley e altre attività legate al mondo dell’atletica”.
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