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Milan domani dall'Uefa: ecco cosa serve per il voluntary agreement, altrimenti...
NUOVO PIANO - Dopo il rinvio dello scorso giugno, il Milan deve presentare un nuovo 'business plan'. Intanto in estate c'è stato un mercato 'aggressivo', con circa 230 milioni di euro investiti in nuovi acquisti per rinforzare la squadra e un saldo negativo di quasi 180 milioni (anche se una parte andrà a gravare su esercizi futuri). Anche l'aumento degli stipendi della rosa ha aumentato i costi. Inoltre non si hanno notizie dalla Cina riguardo a una disponibilità finanziaria. Infine la qualificazione in Champions League è una prospettiva realisticamente lontana che abbassa le stime di ricavi.
MERCATO CINESE - Ma, come si legge sulla Gazzetta dello Sport, il Milan potrebbe avere nuove carte in mano. Fassone dovrà presentare un piano per il mercato cinese solido e ben avviato, con le prove dell'esistenza di contratti già stipulati, di attività nelle città, e con prospettive concrete di fatturato. Poi l'azionista Li Yonghong, fin qui non convincente sull'argomento, dovrà offrire garanzie finanziarie per coprire i costi correnti del club (che viaggia su una perdita di 80 milioni annui): altrimenti il rischio è quello del passaggio al fondo Elliot, evenienza non gradita all'Uefa.
VOLUNTARY - Il Milan aspetta e spera l'ok per il 'voluntary agreement' (accordo volontario), altrimenti in caso negativo ci sarà il 'settlement' dettato dall'Uefa: un regime di patteggiamento con sanzioni. Però dovranno essere coperture e garanzie bancarie serie, non semplici promesse: perché in cambio il 'voluntary agreement' concede grandi vantaggi. Nel primo periodo, infatti, è possibile coprire il deficit - oltre i 30 milioni consentiti dall'Uefa - immettendo altra liquidità, quasi come all’epoca pre-fair play. Con l'effetto che i conti del 2017-18, con tutta probabilità negativi, non sarebbero presi in considerazione. Quello che conta sarebbe invece il triennio 2018-21, con il quale si conclude il periodo del 'voluntary': nel quale il Milan deve dimostrare di poter aumentare i ricavi per rispettare i parametri del fair play.
PATTEGGIAMENTO? - È tutto nelle mani del Milan, nei documenti e nelle garanzie che si sarebbe assicurato in questi cinque mesi. Il 'voluntary' è un'occasione unica per riequilibrare le casse. Un'occasione senza appello. Altrimenti? Niente 'voluntary', ma nuovo riesame Uefa tra gennaio e febbraio 2018, con un obiettivo di più basso profilo: il 'settlement', il patteggiamento, quello fin qui riconosciuto ai club nel mirino Uefa per i loro conti (il Milan sarebbe il primo ad avere il 'voluntary'). Il patteggiamento però prevede molta meno libertà di movimento, sicuro peggioramento del business plan presentato dal club, limiti (alla rosa, al mercato), sanzioni economiche e anche peggio, sempre fino al 2021. Rallentando così la rinascita.