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    Milan, domandare è lecito: chi è il genio che ha venduto Saponara?

    Milan, domandare è lecito: chi è il genio che ha venduto Saponara?

    • Sandro Sabatini
    In un tormentone vintage, il vecchio Vujadin Boskov chiedeva: "Chi ha sbagliato... Pagliuca?!?!?". Diventò cult in “Mai dire gol”. Bei tempi.

    In un tormentone magari di prossima tendenza, il vecchio giornalista chiede al Milan: "Chi ha sbagliato a vendere Saponara?". E come diceva quel vecchio maestro di tv, Lubrano a “Mi manda Rai3”, adesso “la domanda sorge spontanea” anche perché finora nessuno s’è preso la responsabilità della cessione, una delle più sciagurate della storia rossonera.

    Visto l'anno scorso, e rivisto quest'anno, non ci sono dubbi: Riccardo Saponara è giovane di talento purissimo. Esemplare unico, nella tipologia del centrocampista moderno: sa far tutto in movimento, di corsa, anticipando i tempi di reazione degli avversari. E quando vedi un giocatore così, puoi decidere qualsiasi cosa meno una: venderlo. Anzi, tutto meno due cose: venderlo e addirittura quasi regalarlo.

    Superfluo raccontare la storia, ormai la sanno tutti. Il Milan lo aveva preso tre anni fa, valutando 3,8 milioni la sua metà, lasciandolo poi in prestito sino a fine stagione all’Empoli. Poi l'ha accolto a Milanello, dove l’ha curato da una noiosa pubalgia. Con Allegri al quarto mezzo anno in rossonero, si riprese dall’infortunio e giocò un paio di partite, tra cui un derby niente male. Poi con Seedorf qualche spicciolo sparso qua e là. Ma il talento c’era, e si vedeva. Naturale perciò il riscatto dell’altra metà di Saponara, che era di proprietà del già agonizzante Parma. Di questa seconda operazione, esiste la traccia del comunicato ufficiale del Milan, però non le indiscrezioni sulla somma versata all’ex presidente Ghirardi. Si suppone un altro paio di milioni abbondanti. E non si può andare oltre le supposizioni. In totale, comunque, il costo di Saponara-Milan è un affare. E diventerebbe un affarone, aspettando il minimo tempo indispensabile per l’investimento tecnico ed economico.

    Invece i rossoneri che fanno? Attendono un girone e poi lo liquidano. Perché a parole, a Inzaghi piace. Ma nei fatti, proprio no: con SuperPippo in panchina, il MiniSaponara non gioca mai. E così non gli resta che tornare dagli amici toscani, che hanno l’accortezza di chiedere – e ottenere – il prestito con diritto di riscatto ad appena 4 milioni. Il Milan dimentica l’eventuale diritto di contro-riscatto. Così l’Empoli si riprende il suo gioiellino. Lo espone in vetrina. Adesso lo valuta almeno 20 milioni. E ok il prezzo è giusto.

    Tutti sbagliano: piccoli e grandi club, senza differenze. Ed è bene specificare che qui non si cerca di processare solo il Milan. Forse un giorno la Juventus si pentirà d’aver ceduto Coman al Bayern (seppure con valutazione elevatissima), magari fra poco l’Inter capirà d’aver regalato Duncan alla Sampdoria e poi al Sassuolo per pochi spiccioli. E via così, anche in passato ci sarebbero tante storie da raccontare.

    Ma Saponara, proprio no. Merita qualcosa di più del solito raccontino. Perché è passato da tre allenatori (Allegri-Seedorf-Inzaghi), due amministratori delegati (Galliani-Barbara), due direttori sportivi (Braida-Maiorino) e ci dev’essere qualcuno che, almeno oggi, si senta in dovere di raccontare la verità. Qualcuno che alzi la mano e confessi: “Scusate, ho sbagliato io”. Sarebbe catalogato come errore grave. Ma almeno aiuterebbe a capire. Forse a giustificare. Sicuramente a non ripetere uno degli errori più clamorosi della storia del Milan: aver sottovalutato le potenzialità di un talento la cui forza si intuisce anche con un’occhiata distratta. E allora, forza. Caro Milan, domandare è lecito. Rispondere è cortesia. “Chi ha sbagliato con Saponara e perché?”.

    Sandro Sabatini (giornalista Mediaset  -  Premium Sport)

    Twitter: @Sabatini  -  Facebook: SandroSabatiniOfficial

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