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  • Milan: derby alla pari grazie al mercato, ma Inzaghi da 2 anni è favorito per la seconda stella e non continuerà a fallire

    Milan: derby alla pari grazie al mercato, ma Inzaghi da 2 anni è favorito per la seconda stella e non continuerà a fallire

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Purtroppo le due semifinali di Champions League avevano palesato un divario tecnico, atletico e mentale di portata abissale tra il Milan e l’Inter. Vero è che il gol di Dzeko dopo una manciata di secondi nella gara d’andata aveva subito spianato la strada ai nerazzurri verso la finale di Istanbul, ma dobbiamo essere onesti e obiettivi nell’ affermare che sui 180 minuti la qualificazione interista non è mai stata in bilico. Un po’ come accaduto a maglie invertite nel doppio quarto di finale dell’Inter di Mancini, quello per intenderci, che si concluse con i fumogeni e l’Euroderby sospeso.

    La verità è che 4 mesi fa il Milan di Pioli non ha mai messo in difficoltà i cugini e non ha sfiorato nemmeno per un secondo la remota possibilità di passare il turno. Tra Inter e Milan sembrava ci fosse una differenza gigante, forse addirittura incolmabile. Alzi la mano chi avrebbe potuto ipotizzare che al termine di un’estate cominciata con l’addio di Maldini e la cessione di Tonali, questo palese gap tra le due milanesi si sarebbe drasticamente ridotto, forse addirittura annullato? Noi onestamente no.

    Anzi temevamo che questo ribaltone societario potesse generare un’involuzione tecnica e una conseguente dilatazione del divario nei confronti dell’Inter. E invece, per fortuna, la nostra sensazione si sta rivelando del tutto sbagliata. Chiaramente ci siamo accorti cammin facendo che la squadra di Inzaghi stava perdendo pezzi importanti della sua recente storia, mentre Furlani e Moncada stavano approntando una campagna acquisti e cessioni superlativa. E, cosa che sottolineo sempre, parliamo di “acquisti e cessioni” non di “prestiti”, ergo operazioni atte a impattare direttamente e positivamente sul patrimonio societario, non foriere di debiti fini a se stessi.

    Alla fine del mercato la società ha fatto davvero di tutto per assicurare a Pioli un organico molto più competitivo di quello della scorsa stagione, dal punto di vista tecnico, fisico, di esperienza ad alto livello e dalle spiccate attitudini offensive. A questo punto il dubbio che ci è venuto consisteva nel fatto che Pioli avesse la capacità e la possibilità di assemblare così tanti nuovi innesti in pochissimo tempo e che fosse in grado di trovare subito il famoso “equilibrio”, soprattutto a livello difensivo. Anche questa perplessità è stata spazzata via dalle tre vittorie nelle prime tre partite, di cui due in trasferta e dal modo in cui sono maturate.

    Sono passati solo 4 mesi da quei due brutti derby di Chamoions, ma la netta impressione è che il Milan sia riuscito a colmare interamente quell’evidente divario. Non tanto per le numerose e pesanti partenze nerazzurre, quanto per il sontuoso mercato rossonero. Al di là di come finirà questo attesissimo derby, all’inizio dell’estate era impensabile per tutti che il Milan si riuscisse a presentare ad armi pari al fischio d’inizio di questa prematura stracittadina. Quindi dobbiamo dare atto a società ed allenatore che sono già riusciti a raggiungere un primo piccolo grande obiettivo: giocare il derby estivo alla pari e non solo per i punti in classifica.

    L’ultimo derby di campionato che risaliva allo scorso gennaio aveva segnato una svolta tattica e filosofica del Milan di Pioli. Infatti, dopo aver subito una serie di imbarcate, tra cui quella della Supercoppa proprio contro i nerazzurri, il tecnico rossonero aveva deciso di mettere in atto una vera e propria rivoluzione tattica: a partire da quel derby il Milan d’assalto campione d’Italia in pectore si trasformava in una squadra che difendeva bassa e ripartiva in contropiede. Una metamorfosi che ha permesso a Pioli di chiudere bene la stagione sia in Italia sia in Europa, ma che contraddiceva in toto lo spirito che il tecnico emiliano aveva inculcato alla squadra nel suo triennio.

    L’aspetto più positivo di questo derby incombente è che il Milan si presenterà a S. Siro non con il “pullman davanti alla porta” di 9 mesi fa, ma con il coraggio e la spregiudicatezza di chi vuole imporre il proprio gioco ai rivali di sempre. E anche questo è un obiettivo raggiunto non da poco. Comunque vada a finire. Premesso tutto questo, non lo diciamo per scaramanzia, dobbiamo accettare che i nerazzurri si presentino ancora da favoriti a questo derby, come lo sono per la conquista della seconda stella.

    Anche perché, sulla carta, è il terzo anno che l’Inter di Inzaghi ha la squadra più forte, eppure nei primi due non è riuscita a vincere il campionato. Infatti, sinceramente, non capiamo perché, da parte di tifosi e giornalisti di area nerazzurra, sia stato salutato come un trionfo il rinnovo del contratto di un allenatore che ha da 3 anni la squadra più forte d’Italia ma non ha ancora vinto lo scudetto. Viene da pensare che la stampa “orientata” non sia più una peculiarità rossonera come i cugini ci hanno raccontato per anni…
     

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