Il Presidente Silvio Berlusconi può infatti scegliere se fare saltare l’affare o tenerlo in piedi, dettando le condizioni per un’ulteriore proroga di almeno un mese, dietro versamento di altri 100 milioni. È questa l’opzione più probabile, rispetto all’ipotesi che i cinesi diventino azionisti di minoranza col 49% delle quote. A rivelarlo è La Repubblica.