Milan dall'Uefa: rischia pure Berlusconi
RISPOSTA - L'Uefa avrà tempo fino a prima di Natale per replicare alla domanda, anche se la risposta è attesa già entro stasera. Con tre possibili verdetti: l'Uefa può accettare il voluntary agreement, altrimenti il giudizio può essere sospeso per un controllo più approfondito di alcuni parametri o ancora le parti possono patteggiare (settlement agreement) un nuovo riesame tra gennaio e febbraio 2018, con limiti alla rosa e al mercato oltre a sanzioni economiche. In caso di multa (massimo 20 milioni), l'attuale proprietà chiederebbe di condividerla con la precedente, cioè con la Fininvest di Berlusconi.
ELLIOTT - Il Milan è al lavoro anche per rifinanziare il debito col fondo statunitense Elliott. L'obiettivo è di coprire l'esposizione non a metà ottobre del prossimo anno, ma già qualche mese prima, magari ad aprile: gli interessi però resterebbero. Come scrive la Gazzetta dello Sport, il lavoro con le banche sembra a buon punto con proposte già avanzate di un prestito ancora più consistente ma da 'ripagare' in tempi più lunghi, vale a dire entro la primavera del 2023. Anche perché nel frattempo, sempre secondo le stime rossonere, il valore della squadra acquistata nell'aprile scorso per 740 milioni sarebbe aumentato toccando quote di 8-900.
ASSEMBLEA - Tutti gli indicatori di bilancio dell'ultimo quadrimestre indicano infatti un miglioramento. E a Casa Milan continuano a non avere alcun dubbio riguardo la solidità economica di Li Yonghong: è anzi all'ordine del giorno dell'assemblea di lunedì una nuova richiesta di aumento di capitale per 10-20 milioni. Mr Li sarà di nuovo pronto a farla. Il totale fin qui investito nel club sfiora ormai il miliardo di euro: 520 a Fininvest, 220 per i debiti pregressi, 90 a copertura delle perdite fino a marzo. E si è poi già esposto per due tranche da 60 milioni di altri aumenti di capitale. Lunedì non sono previsti in città né Li né il suo braccio destro David Han, ma dalla Cina sono pronti a confermare l'impegno.