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    Milan: da punto debole a punto di forza. Gol a raffica, Pioli ha rivalutato il centrocampo

    Milan: da punto debole a punto di forza. Gol a raffica, Pioli ha rivalutato il centrocampo

    • Emanuele Tramacere
    Il Milan è tornato a correre e dalla ripresa del campionato post-coronavirus ha inanellato 8 risultati utili consecutivi (9 considerando il pari-eliminazione di Coppa Italia) con 6 vittorie, 2 pareggi e una media gol di 3,125 a partita. Una media incredibilmente superiore a quella che aveva accompagnato i rossoneri fino alla sosta a marzo quando il ko con il Genoa sembrava destinato a distruggere i sogni europei dei rossoneri. Verrebbe da chiedersi cosa sia cambiato fra il Milan pre e il Milan post Covid 19 e la risposta non è da ricercare soltanto in una condizione atletica invidiabile, bensì  anche in un rendimento e un apporto estremamente differente in zona gol di un reparto, quello del centrocampo, visto come un handicap ad inizio campionato e ora completamente rivalutato.

    GOL E CONFERME - Se infatti la critica più grande che ha accompagnato il Milan fino alla sosta era che il centrocampo era nullo in zona gol, oggi non solo le reti stanno arrivando, ma spesso sono anche quelle decisive. Contro il Bologna i primi tre gol sono arrivati dal centrocampo (il primo in campionato per Saelemaekers e Bennacer). Col Parma Kessie a sbloccare e Calhanoglu a chiuderla, col Napoli, ancora Kessie su rigore e contro la Juventus è stato sempre il centrocampista ivoriano con il suo 2-2 a dare il via alla rimonta verso il 4-2 finale. In totale 11 dei 25 gol segnati dalla ripresa a oggi portano la firma dei centrocampisti (escludendo Rebic seppur a tratti ricopra il ruolo di esterno).

    MERITO DI PIOLI - Stefano Pioli ha trovato una quadratura differente al reparto nevralgico del campo, ricollocando tutti i propri interpreti nella posizione più adatta alle proprie caratteristiche. Il passaggio al 4-2-3-1 ha infatti concesso a Kessie di esplodere tornando e forse superando il livello raggiunto all'Atalanta. Ha concesso a Bennacer più spazi per il suo gioco a due tocchi, ma ha soprattutto dato più spazio e più responsabilità ai vari Calhanoglu, Castillejo, Saelemaekers, Bonaventura e ovviamente Rebic, alternato nel ruolo di esterno e di centravanti. Un merito che va riconosciuto al tecnico italiano anche in vista dell'arrivo di Ralf Rangnick in panchina al suo posto. E quello che sta lasciando Pioli è un tesoretto che il manager tedesco non dovrà depauperare.


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