Getty Images
Milan, da Brahim Diaz a Pulisic: l’americano nei sistemi di Pioli
DA DIAZ A PULISIC - Un argomento che spinge molto per la scelta del 4-3-3 è il riferimento a quelle partite col Napoli, dove il Napoli ci ha capito davvero poco, e dove non a caso Brahim Diaz è stato determinante come falso esterno destro. Una posizione ibrida che diede molto da fare a Mario Rui, Zielinski e compagnia. Lo spagnolo poteva stare largo nel tridente o accentrarsi a piacimento, fino a scendere in aiuto alla prima costruzione o garantire il primo strappo nelle ripartenze, ricevendo palla nella propria metà campo.
Perché una dote non si può negare a Brahim Diaz, ed è quella sua capacità di girarsi palla al piede nello stretto (vedi sopra il momento prima della grande giocata col Napoli). Ebbene proprio questa qualità, evidentemente richiestissima da Pioli, è posseduta in massimo grado da Pulisic, la cui rapidità nei primi metri, accompagnata da grande agilità tecnica, è lampante.
Qui ad esempio lo vediamo destreggiarsi in una ripartenza analoga benché meno complessa. Notate la presenza di Ziyech sulla destra. A prescindere dalla definizione di “trequartista”, questa è una situazione che Pulisic risolve “da trequartista”.
SCUOLA TUCHEL, ANCHE SE…- Perché di galleggiare tra le linee, o meglio, tra le strutture, Pulisic è capacissimo, essendo stato allenato molto su questi princìpi tanto al Borussia Dortmund quanto al Chelsea. Basti pensare che il tecnico che lo ha allenato di più è Tuchel (con lui 126 presenze, 19 gol e 22 assist, da spalmare tra l’esperienza in Germania, più o meno dal 2015 al 2017, e quella londinese dal 2021 al 2022), Tuchel, dicevo, che lavora tantissimo con gli esterni dentro al campo sia col 4-2-3-1 che, a maggior ragione, nel 3-4-2-1, dove più che parlare di esterni si parla di trequartisti. Pulisic, per giunta, a Dortmund ha avuto anche Lucien Favre, un allenatore che lascia gli interpreti d’attacco ancora più liberi e fluidi, se possibile (con lui 4 gol e 4 assist nell’anno 18/19). Tuttavia la stagione in cui Pulisic ha fatto meglio da un punto di vista realizzativo è stata quella del primo Lampard, ossia il suo anno di esordio col Chelsea nel 2019/20 (9 gol e 6 assist in Premier League). Lampard che tendenzialmente gli faceva fare l’esterno a sinistra nel 4-3-3.
Ma se prendiamo questa bella azione tratta dalla Finale di Fa Cup 2020 contro l’Arsenal, vediamo un Pulisic che riceve un passaggio taglia-linee da Jorginho lungo l’asse centrale del campo, e che, con la facilità di cui si è parlato sopra, si gira in un lampo e punta palla al piede la difesa avversaria per poi attivare Mount sulla corsa.
Nel prosieguo dell’azione, la sponda di tacco di Giroud è destinata proprio a lui, che arrivando da rimorchio e dribblando un ultimo avversario con agilità sorprendente, alla fine la sbatte in porta per l’uno a zero illusorio.
CON POTTER - Nell’ultima stagione ha giocato solo 8 partite da titolare in Premier League. Una con Tuchel, con cui peraltro aveva fatto benone l’anno prima (6 gol e 2 assist in campionato, più 2 reti e 1 assist in Champions), sei con Potter e una sola con Lampard, col quale evidentemente non si è riaccesa la scintilla. L’unico gol realizzato risale all’ 8 ottobre 2022, contro il Wolverhampton. In panchina: Potter.
Prima dei problemi al ginocchio, di cui ha sofferto da gennaio a marzo 2023, con Potter aveva giocato titolare ben 5 delle prime 11 partite dell’allora nuovo allenatore dei Blues. A volte veniva schierato esterno a sinistra, a volte a destra. In questo caso col Wolverhampton in un sistema di gioco che oscillava dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1. C’erano delle volte che lo vedevi addirittura laterale a sinistra nello sviluppo offensivo, con Mount e Gallagher trequarti sotto Havertz. Il gol? Be’, Pulisic è molto bravo nelle combinazioni veloci con i compagni d’attacco. Sposta la palla in un flash e chiede la sponda o la triangolazione improvvisa. Alla fine non capisci nemmeno per quale buco sia passato.