Milan col 4-4-2, ma chi gioca a destra?
La squadra non gira, risultati e gioco stentano ad arrivare con continuità e allora Sinisa Mihajlovic è sempre più orientato a varare il terzo sistema di gioco differente da inizio stagione a questa parte. La suggestione 4-3-1-2 è durata il tempo di comprendere che i tempi di recupero di Jeremy Menez, il giocatore individuato da allenatore e società per vestire i panni del trequartista, non sarebbero stati molto brevi, mentre il recente 4-3-3 ha presentato la classica situazione da coperta corta. Una squadra più organizzata e ordinata dal punto di vista difensivo, ma incapace di fare arrivare palloni giocabili in quantità ad un finalizzatore del livello di Carlos Bacca, situazione emersa in maniera evidente nell'ultima partita di campionato contro la Juventus.
Ecco perchè, anche su input di un presidente Berlusconi per nulla soddisfatto della qualità del gioco e dell'atteggiamento mostrato dalla squadra nelle recenti uscite, in vista della della gara con la Sampdoria si torna alle due punte, con Luiz Adriano e Niang in ballottaggio per affiancare l'ex bomber della Siviglia. Il modulo sarà il 4-4-2, una scelta di per sè condivisibile vista la necessità di sfruttare al meglio le qualità di uno dei pochi giocatori ispirati in questa prima parte di stagione come Giacomo Bonaventura, che largo a sinistra ha mostrato il meglio del proprio repertorio. Molto meno semplice è invece l'individuazione del suo alter ego sulla fascia destra, visto che in rosa il Milan non abbonda di esterni di ruolo.
Nel caso in cui Mihajlovic recuperasse l'acciaccato Luiz Adriano, Niang potrebbe essere proposto in una posizione già occupata ai tempi di Allegri e alla quale può adattarsi per le sue indubbie qualità atletiche ma che finisce, come ha dimostrato la partita con la Juventus, per togliergli lucidità al momento di concludere. Problema simile a cui rischia di andare incontro anche Alessio Cerci, che da anni dimostra di non avere più il passo necessario per fare il giocatore a tutta fascia che sappia sacrificarsi con continuità anche in fase di non possesso. Più affidabili sul piano della quantità e dell'equilibrio di squadra ma meno convincenti sotto quella della qualità sono Poli e Kucka, calciatori in grado di adattarsi al ruolo di esterno destro per la loro facilità di corsa ma non il massimo dal punto di vista della creatività. Ecco perchè, comunque lo si guardi e comunque lo si cambi, questo Milan continua a non convincere e a denotare evidenti carenze strutturali.
Ecco perchè, anche su input di un presidente Berlusconi per nulla soddisfatto della qualità del gioco e dell'atteggiamento mostrato dalla squadra nelle recenti uscite, in vista della della gara con la Sampdoria si torna alle due punte, con Luiz Adriano e Niang in ballottaggio per affiancare l'ex bomber della Siviglia. Il modulo sarà il 4-4-2, una scelta di per sè condivisibile vista la necessità di sfruttare al meglio le qualità di uno dei pochi giocatori ispirati in questa prima parte di stagione come Giacomo Bonaventura, che largo a sinistra ha mostrato il meglio del proprio repertorio. Molto meno semplice è invece l'individuazione del suo alter ego sulla fascia destra, visto che in rosa il Milan non abbonda di esterni di ruolo.
Nel caso in cui Mihajlovic recuperasse l'acciaccato Luiz Adriano, Niang potrebbe essere proposto in una posizione già occupata ai tempi di Allegri e alla quale può adattarsi per le sue indubbie qualità atletiche ma che finisce, come ha dimostrato la partita con la Juventus, per togliergli lucidità al momento di concludere. Problema simile a cui rischia di andare incontro anche Alessio Cerci, che da anni dimostra di non avere più il passo necessario per fare il giocatore a tutta fascia che sappia sacrificarsi con continuità anche in fase di non possesso. Più affidabili sul piano della quantità e dell'equilibrio di squadra ma meno convincenti sotto quella della qualità sono Poli e Kucka, calciatori in grado di adattarsi al ruolo di esterno destro per la loro facilità di corsa ma non il massimo dal punto di vista della creatività. Ecco perchè, comunque lo si guardi e comunque lo si cambi, questo Milan continua a non convincere e a denotare evidenti carenze strutturali.