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Milan, Castillejo: 'Non ho avuto spazio per mettermi in mostra. Su Gattuso...'
SUI PRIMI MESI AL MILAN - "Di sicuro non ho avuto molto spazio per mettermi in mostra in campionato ma, chiaro, posso dare di più. Per questo mi hanno comprato, Leonardo ha avuto fiducia in me e voglio ripagarlo. Quello di cui ha bisogno un giovane è la continuità, è giocare, è sentirsi in fiducia e vedere che le cose ti riescono e che alla fine il calcio che hai dentro viene fuori. Tutto questo deve ancora succedere e c’è tanto di me da vedere ancora”.
SUL TRASFERIMENTO IN ROSSONERO - "Si parlava della mia cessione al Milan, al parroco piacevo tanto per come giocavo e mi ha detto di non andare. Qualcuno stava riprendendo la messa e lui ha anticipato il trasferimento. L’ha ufficializzato lui, non si sapeva ancora al 100% ma era tutto quasi definito e alla fine l’ha chiusa lui".
SUL TATUAGGIO DEL 7 - "Mi sono tatuato tutti i numeri con cui ho giocato e volevo tatuarmi anche il 7”.
SU COSA PRENDEREBBE DAGLI ALTRI NUMERI 7 DEL MILAN - "Robinho? Il dribbling. Un giocatore fantastico nell’uno contro uno, da piccolo lo ammiravo tanto, un grande giocatore. Pato? L’ho avuto come compagno, è incredibile il modo in cui colpiva il pallone, la velocità che aveva. E poi è una gran persona. Shevchenko? Lui aveva tutto. Ha vinto il Pallone d’oro, ha vinto tutto con il Milan, un punto di riferimento per i tifosi.”
SU GATTUSO - "Gattuso? Scherza molto con me, è un allenatore molto vicino ai giocatori e la cosa alla fine ti aiuta. Parla con tutti, grida con tutti. E’ un allenatore molto attivo e alla fine ti costringe a stare sempre sveglio, sul pezzo, mai fermo, e tutto questo aiuta noi giocatori".
SULLA CHAMPIONS - "Ci andiamo? Sicuramente sì, perchè siamo una squadra con una mentalità vincente, con giocatori forti, siamo un gruppo molto unito. Siamo una famiglia grazie al mister: è quello che ho ascoltato da lui sin dal primo giorno. E, alla fine, le squadre compatte e le grandi famiglie ottengono risultati".