Milan, Cassano 'Devi andare alla Fiorentina'
Un buon rifugio. È quello che Antonio Cassano, 29 anni compiuti lo scorso 12 luglio, ha sempre trovato in Eugenio Fascetti, il tecnico al quale deve l’esordio nella massima serie a 17 anni con la maglia del Bari: prima il derby con il Lecce poi il successo sull’Inter grazie a un suo gol. Blanc e Panucci, fatti fuori da un colpo di tacco, se lo ricordano ancora. Era il dicembre del 1999. A distanza di 12 anni si parla di lui come di un giocatore ancora incompiuto. Ma Fascetti, che per Antonio è stato un paterno pigmalione, ne parla sempre in termini lusinghieri.
E allora, caro Eugenio, cosa gli consiglierebbe?
In viola solo per fare gli Europei?
«Già questa sarebbe una bella opportunità. A Firenze avrebbe la possibilità di far nuovamente coppia con Gilardino con il quale si trovò benissimo nelle rappresentative giovanili, una coppia fantastica. I due si completano a vicenda, sembrano fatti proprio l’uno per l’altro. Cassano saprebbe a chi dare il pallone e Gila ne approfitterebbe per ritornare sopra i 20 gol. Con Jovetic formerebbero un tridente da favola. Il suo arrivo servirebbe anche a dare entusiasmo a una tifoseria che è sul punto di esplodere. Ma l’avete visto quello striscione?». La dica tutta...
«S'è esiliato Dante poeta divino, figuriamoci te illustre ciabattino».
E lei cosa ne pensa?
«Che i tifosi viola hanno ragione. Andrea Della Valle dice di amare la Fiorentina, di volerla forte e competitiva, ma da come si comporta sembra che non veda l’ora di uscire dal calcio. Non è chiaro. Con Cassano ci metterebbe una bella pezza».
Ne ha parlato di recente con Antonio?
«Neanche per idea. È da un anno che non lo vedo e non lo sento, dal giorno del suo matrimonio, il 28 giugno dell’anno passato. Magari non è rimasto contento del regalo, una battuta, eh… Ma a noi basta poco per intenderci». D’accordo. Il ragazzo però non matura mai, è come se gli mancasse sempre un soldo…
«Può essere. Nel Milan aveva cominciato benissimo con giocate e assist deliziosi, poi s’è seduto, invece di migliorare atleticamente è regredito, quasi si allenasse male. Di giocatori come lui non ce ne sono in Italia. Ma lui ha bisogno di sentire fiducia attorno a sé, sotto questo aspetto la concorrenza non lo aiuta. E poi quando sbaglia, non bisogna dargli addosso con il bastone».
Lei come si sarebbe comportato di fronte alle sue bizze?
«Gli avrei dato uno scappellotto e gli avrei detto, adesso fai vedere chi è Cassano». Il calcio però non aspetta nessuno, e lui anche in nazionale ha creato problemi a Prandelli che pure lo tiene sul palmo della mano…
«A Firenze potrebbe riscattarsi e farsi rimpiangere. Antonio è uno speciale nel gioco come nella testa, è un buono, non immaginate quanto sia altruista dentro e fuori dal campo. Pazzini non lo troverà più uno come lui».