Allegri-Berlusconi, le tappe della rottura
Il rapporto tra il Milan e Massimiliano Allegri sembra ormai giunto ai titoli di coda. Tuttavia a poche ora dall’annuncio ufficiale del divorzio tra la società rossonera ed il tecnico toscano è lecito chiedersi se la società di via Turati stia facendo la cosa giusta.
In questa stagione l’ex allenatore del Cagliari ha dovuto ricostruire una squadra depauperata in estate del proprio patrimonio tecnico più importante. Il Milan di quest’anno infatti è ripartito senza Thiago Silva ed Ibrahimovic, simboli e trascinatori delle ultime due stagioni, ma anche senza Inzaghi, Seedorf, Gattuso, Nesta, Zambrotta, tutta gente che assicurava un contributo non solo tecnico ma anche di personalità nello spogliatoio.
Le attese per questa annata in casa rossonera non erano rosee e solo il grande lavoro di Allegri e del suo staff ha reso possibile il raggiungimento della qualificazione in Champions League malgrado la rivoluzione tecnica che ha investito l’organico rossonero. Il tecnico toscano è riuscito dopo un iniziale periodo di assestamento, in cui i risultati non arrivavano, a rimettere in piedi una squadra che era assolutamente allo sbando, restituendo alla stessa un’identità di gioco notevole e favorendo l’inserimento e l’esplosione di giovani calciatori che oggi rappresentano alcuni dei punti di forza della rosa rossonera (El Shaarawy, De Sciglio, Niang). Allegri dunque è riuscito ad ammortizzare i dolorosi addii dei top player rossoneri massimizzando al meglio il materiale umano con cui si è ritrovato a lavorare e unendo ai risultati conseguiti sul campo una valorizzazione della rosa notevole.
E’ difficile ipotizzare, dunque, che, date le premesse, altri allenatori avrebbero potuto portare il Milan di quest’anno molto più in alto di quanto fatto da Mister Allegri. Ma allora perché l’ex allenatore rossoblù verrà allontanato?
Adriano Galliani, secondo solo al Presidente Berlusconi all’interno del mondo Milan, in questi mesi ha provato con tutte le sue forza a convincere il Cavaliere a desistere del fermo proposito di cambiare la guida tecnica del Milan ma tutti i tentativi dell’ad rossonero sono stati vani. Sono molte, tante, forse troppe le cose che Silvio Berlusconi non ha perdonato a Massimiliano Allegri: in primis l’allontanamento di Andrea Pirlo, poi il poco tatto utilizzato con altri senatori del calibro di Inzaghi e Gattuso ed infine le brutte sconfitte europee in casa di Arsenal e Barcellona.
Sicuramente, Allegri nei suoi tre anni di gestione rossonera qualche errore lo ha commesso ma è pur vero che l’unica annata in cui poteva essere accusato di gravi errori gestionali è stata quella scorsa e non certo questa. Alla luce di queste considerazioni appare quanto mai ingiusto ed inopportuno procedere all’allontanamento di un tecnico la cui permanenza garantirebbe competitività sul campo, già dimostrata in questa stagione, e gradimento dell’intera rosa rossonera. Galliani ha capito l’importanza del lavoro di Allegri ed ha provato in ogni modo a convincere il Presidente a cambiare idea ma non c’è riuscito.
Il Milan, con tutta probabilità ripartirà da Seedorf, affidando la panchina ad una persona forte caratterialmente ma alla sua prima esperienza alla guida tecnica di una squadra. Il rischio a cui si sta esponendo Berlusconi, con una scelta che neanche la tifoseria condivide è alto, ancor di più se si pensa che Massimiliano Allegri andrebbe ad accasarsi alla Roma dove troverebbe molti giocatori di talento e funzionali per caratteristiche tecniche alla sua idea di gioco. In poche parole, con una sola mossa Berlusconi rischia di togliere al proprio club un allenatore accettato e riconosciuto nello spogliatoio e di consegnare lo stesso ad una squadra che potrebbe diventare una diretta concorrente guidata da un tecnico con il dente avvelenato.