Jacobelli: Milan, ecco perché Berlusconi ha scaricato Allegri (via Biscardi)
A 82 anni suonati, Aldo Biscardi si conferma un fuoriclasse della tv. La lettera di Berlusconi - che in realtà lettera non è, ma il riassunto del pensiero presidenziale confidato dall'ex premier al conduttore del Processo e, dal secondo, riassunto come se fosse una missiva vergata dal primo - è la comunicazione di licenziamento dell'allenatore. Domani verrà consegnata ad Allegri durante l'ultimo incontro con il presidente e con Galliani, scudo umano che non funziona più.
Ribadito che ogni presidente è libero di scegliere il tecnico preferito nella stessa misura in cui, secondo calciomercato.com, esonerare Allegri è un atto di masochismo puro, è interessante ricapitolare i motivi alla base della scelta di Berlusconi.
1) Allegri non è stato scelto dal Cavaliere il quale, in passato ha cacciato allenatori che lui stesso aveva voluto. Figurarsi se lo scudetto, la Supercoppa di Lega, il secondo e il terzo posto conquistati in tre stagioni dal livornese potevano fermare Berlusconi.
2) Berlusconi non ha mai perdonato ad Allegri l'eliminazione dalla Champions League nel 2012 e nel 2013. Un anno fa, perchè, secondo l'ex premier, l'allenatore bruciò Thiago Silva impegnandolo in campionato prima di affrontare il Barcellona:il brasiliano s'nfortunò e la squadra pagò un caro prezzo alla sua assenza. Quest'anno, perchè, all'andata con i catalani, Allegri doveva marcare Messi a uomo e, al ritorno al Camp Nou doveva osare di più.
3) Berlusconi non ha mai perdonato ad Allegri di avere perso lo scudetto nel 2012: "E' tutta colpa nostra. Il titolo l'abbiamo buttato al vento noi". Cioè Allegri.
4) Berlusconi non ha mai risparmiato ad Allegri frecciate al curaro come queste: "Allgri? No el capisse un casso" (9 febbraio 2013, durante la campagna elettorale, in margine ad un comizio tenuto nel Padovano). "Quell'Allegri non capisce nulla. Pensa te che tiene El Shaarawy in panchina" (telefonata di Berlusconi al presidente della Confindustria, Squinzi, rivelata dallo stesso Squinzi che, peraltro, aveva avuto Allegri come allenatore al Sassuolo).
5) Berlusconi si picca di capire di calcio molto più di alcuni professionisti del ramo. Anche i cortigiani meno ferrati in materia, hanno imparato a memoria il ritornello che gli piace tanto: Sacchi l'ha inventato lui, Capello l'ha inventato lui, Ancelotti l'ha inventato lui, eccetera eccetera. D'altra parte, nei primi anni della sua presidenza, il signore di Arcore amava rammentare di essere stato l'allenatore della squadra dell'Edilnord. Nella lettera apocrifa mostrata al Processo, si legge testualmente: "Dopo il disastroso girone d'andata, prima di Napoli-Milan ho convocato i dirigenti e l'allebatore del mio Milan e ho detto a tutti, con estrema chiarezza, che bisognava assolutamente capovolgere la situazione... Ho specificato come avrei voluto che il Milan si schierasse in campo, diversamente da come aveva fatto fino a quel momento. I risultati di questa metamorfosi, modestia a parte, si sono visti da quella partita...". Modestia a parte.
6) Galliani si oppone disperatamente all'esonero di Allegri, come l'intero Milan: non si contano più i giocatori che hano preso posizione in difesa di Max. Inutilmente. Ora Berlusconi vuole Seedorf, anche se non ha mai allenato, non ha il patentino e dal Brasile segue un corso olandese on line: peraltro, secondo la Figc, questo corso non è valido per allenare in Italia. Donadoni è bravissimo, ma alla corte del Re dicono non abbia sufficiente appeal mediatico. Poi c'è Inzaghi, sponsorizzato da Galliani. Alla fine, potrebbe spuntarla Van Basten attualmente alla guida dell'Heerenveen, anche se, sinora, Marco in panchina non ha raccolto le stesse soddisfazioni della sua straordinaria carriera agonistica. Ma non si chiama Allegri.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com